ROMA CAPUT MUNDI:
ROMA 40 D.C. DESTINO DI UN AMORE
(Adele Vieri Castellano)
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Marco Quinto Rufo, Legato di Roma e secondo solo all’Imperatore di Roma (Caligola) – 'l’unico uomo di Roma che può mettere le mani su un Dio' - lungo la sua strada incontra Livia Urgulanilla, una giovane donna aristocratica, concepita dall’adulterio di sua madre e costretta per questo ad essere svergognata e portatrice di questa ‘colpa’.
Livia, nonostante questo sembra trovare una via d’uscita nel fidanzamento con un patrizio di Roma Settimio Aulo Flacco di cui lei crede di potersi innamorare badando solo alle apparenze.
Ma il destino sembra avere altri progetti perché, Marco Quinto Rufo, un militare tutto d’un pezzo, la vuole per sé a tal punto che, non potendo tornare indietro e sentendo un irrefrenabile desiderio di protezione nei confronti di Livia, la sposa.
Tra Rufo e Livia, la vita coniugale sarà tutt’altro che facile: Rufo, che da Livia vuole ‘tutto o niente’ è disposto a far si che lei si innamori di lui anche se questo significa starle lontano fisicamente dandole il tempo di apprezzarlo e forse anche di amarlo ma Livia, dal canto suo, continua testardamente a credere nell’amore apparente di un uomo - Settimio Aulo Flacco – che in realtà non conosce per quello che veramente è, ma che, grazie alla pazienza allo stratagemma di Rufo, scoprirà in tempo, capendo chi e cosa significhi amare VERAMENTE.
Questo è stato per me il primo approccio al Romance STORICO! Non mi sono assolutamente pentita di questa scelta che mi è stata consigliata anzi, non vedo l’ora di proseguire la serie!
L’accuratezza delle descrizioni e dei dettagli storici mi hanno permesso di viaggiare nel tempo nella mia città eterna, Roma, e di apprezzarne ancora di più le sue bellezze (deformazione professionale).
Entrare nella mentalità della Roma qui descritta, all’inizio non è stato semplice anzi, abituata alla contemporaneità, ho avuto bisogno di tempo per orientarmi ma confesso che i protagonisti in questo mi hanno fatto sentire a mio agio: da una parte Rufo, col suo portamento da Legato e Militare rude ma allo stesso tempo vigile e ligio al dovere e dall'altra Livia, una donna romana, in attesa di un destino per lei già deciso.
Livia è un personaggio apparentemente sicuro ma poi incerto anche davanti l’evidenza dei fatti: il fatto che voglia ad esempio conoscere il suo futuro sposo, Settimio Aulo Flacco, e nel momento in cui lo vede ipotizza una vita insieme a lui senza porsi altri pensieri che poi troveranno conferma in seguito, ci presenta una donna che è consapevole di non poter cambiare l’ordine degli eventi ma forse in cuor suo vorrebbe.
In Livia è sempre presente un senso di giustizia e ribellione insieme: non sopporta le ingiustizie ma nei confronti di suo marito Rufo molto spesso, pur rendendosi conti che qualcosa nei suoi sentimenti per lui sta cambiando, per principio nega l’evidenza dimostrandosi forse infantile ma allos tesso tempo bisognosa di protezione ed è proprio questo che Rufo “[...] davanti alle proprie necessità, aveva messo quelle di lei. […] Solo che potrei morire, per te”.
“Livia Rabbrividì […] Settimio, così perfetto fuori e così corrotto dentro […] L’immagine di Rufo che teneva un bambino lercio tra le braccia e chiedeva alla maga della Suburra di fare qualcosa cancellò tutto il resto. “Tutto era sempre stato lì davanti ai suoi occhi.
Solo che non aveva voluto vederlo.”
Confesso che, (mi imbarazza ammetterlo) anche io come Livia, a volte agisco per principio come se dovessi per forza proteggermi da sola da qualcuno o qualcosa e mi reputo veramente fortunata ad avere al mio fianco una persona che, nonostante questo mio lato negativo del carattere, ha la pazienza necessaria per aiutarmi a ragionare rispettando i miei tempi e i miei spazi dandomi la consapevolezza e la protezione per me necessaria.
“Si sdraiò accanto a lei. Si sentiva come se avessero fatto l’amore senza il corpo, usando l’anima.”
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