IL GATTO CON GLI STIVALI (Charles Perrault)

 

IL GATTO CON GLI STIVALI 

(Charles Perrault)

⭐⭐⭐

 

Alla morte di un vecchio mugnaio i suoi tre figli ricevono la propria eredità:

  • il primo figlio il mulino
  • il secondo figlio l’asino
  • il terzo figlio il gatto.

“Povero me! Come farò? […] Che me ne faccio di un gatto?” Il gatto, che fino a quel momento sembrava distratto si alzò di scatto […] e disse: “Non temete! Se avrete fiducia in me, farò la vostra fortuna!”

Ecco che, su richiesta del Gatto gli procurò un sacco e un paio di stivali e subito il Gatto si mise all’opera.

Usando la sua astuzia, il Gatto catturò della selvaggina che donò al Re di un regno vicino spacciandolo come dono del Marchese di Carabas. Quando il Gatto seppe che il Re, insieme a sua figlia, era in procinto di fare una passeggiata, mise in atto un secondo piano: fece spogliare il suo padrone, lo fece buttare nel fiume e facendo finta che fosse stato derubato e gettato nel fiume colse l’occasione per farlo salvare dal Re in persona e permettergli così di entrare nelle sue grazie e quelle di sua figlia. Inoltre, per rendere il tutto ancora più convincente, convinse tutti i contadini ad affermare che le terre da loro coltivate fossero del Marchese e riuscendo anche a spodestare un orco del suo castello facendo si che il suo padrone si ritrovasse Marchese, ricco e potesse così sposare la Figlia del Re.

Riflessione:

Il figlio più giovane che, non va al di là del problema e vede solo miseria e disperazione. Non riesce a trovare il lato positivo in quello che gli sta succedendo, non si rende conto della ricchezza effettiva che ha tra le mani. Il Gatto decide allora di parlare e aiutarlo, guidandolo verso una crescita personale. Infatti, pur mostrandogli in pratica come a suo vantaggio la propria intelligenza, lo accompagnerà sino la fine della storia, fin quando, dal quel fatidico bagno al fiume, il figlio del mugnaio, ne uscirà finalmente ‘purificato’.

Però c’è un aspetto che mi ha lasciato perplessa:

Il Gatto con gli Stivali quando parla ai contadini usa un’espressione prepotente e aggressiva: “Ehi, voi! Se non direte al re che questo prato è del Marchese di Carabas. Vi ridurrò in polpette!” Un atteggiamento esagerato e poco consono ad una fiaba in cui ricerchiamo una morale, non credete? Inoltre, il Gatto indossa gli stivali: per il mondo felino, che vive i suoi equilibri e la sua stabilità anche secondo il proprio corpo, mettere gli stivali significa proprio stravolgere la propria natura e se ci riflettiamo è proprio quello che fa il nostro protagonista: per raggiungere il suo scopo, stravolge la sua natura e tramite bugie e inganni fa di tutto affinché il suo padrone diventi ricco. Fino a che punto si può giustificare il suo atteggiamento (anche se per una giusta causa)?

Il mio intento ovviamente, non è quello di allontanarci dalle favole che hanno accompagnato (e continuano ad accompagnare) la nostra esistenza; al contrario, è quello di stimolare la riflessione perché siccome insegnano una morale, possono anche insegnarci, tramite l’analisi di comportamenti poco consoni, ad imparare proprio COME NON COMPORTARCI. Insomma, un procedimento al contrario, ma forse può funzionare (e mi chiedo anche se non fosse stata questa l’intenzione dello scrittore, chissà!).

#caracarissimame

#ilgattoconglistivali

#charlesperrault

Commenti