LA RAGAZZA CHE LEGGEVA NEL METRO’
(Christine Féret – Fleury)
⭐⭐⭐⭐
Juliette è una giovane donna che tutti i giorni, come da routine, per andare e tornare dal lavoro prende la metro.
È una donna “barricata dietro un paio di occhiali da sole a forma di farfalla e uno sciarpone sferruzzato da nonna Adrienne […]”
Durante il tragitto, ‘trasognata, tamburella a fior di polpastrello sulla copertina del suo libro, che non apre più tanto spesso’ perché alza lo sguardo, si perde tra le persone che le sono intorno, che non conosce ma anch’essi assorti nelle loro letture, ‘perdendosi nelle sue osservazioni’.
Juliette è alla costante ricerca del ‘contatto umano’ per ‘entrare in rapporto con le persone e leggere nei loro occhi sogni e desideri […]’ ma il suo lavoro in questo non la soddisfa.
Un giorno che Juliette decide di prendere una direzione diversa per dirigersi sul posto di lavoro, la sua vita cambia. Il suo ‘sguardo cade su un portone di ferro arrugginito, alto, tenuto socchiuso da un libro …’ ed è qui che incontra Zaide, una bambina particolare e interessante che l’indirizza verso l’ufficio di suo padre, Soliman, il quale vive ‘accatastato’ tra i libri e vede in lei una LiberaLibri ovvero una persona che si prende il tempo per donare e regalare il libro giusto, alla persona giusta (e sconosciuta), al momento giusto.
Juliette, si trova così a rimettere in discussione la sua monotonia quotidiana, a cercare un ordine in quell’apparente disordine in cui è incappata e fare una scelta vagabonda chiamata Y.S.
A proposito, volete sapere chi è Y.S.?
Vi consiglio di leggere questo romanzo dall’inizio all’epilogo: lo consiglio soprattutto se siete alla ricerca di una lettura rilassante e volete dedicare una coccola a voi stessi.
È una lettura che in tutta la sua semplicità ci fa riflettere sull’importanza del tempo e su come lo impieghiamo: ad esempio, c’è un momento in cui, Juliette, tenta ma invano, di trovare un ordine al marasma di libri posti qua e là in casa di Soliman ma non ci riesce. L’unica cosa di cui si accorge è di essere ricoperta di polvere. Lei si sente inadeguata e ha paura tanto che un amico le fa notare proprio che ‘avere paura è un’ottima cosa. Lei ha cominciato a capire che il grande riordino che progetta […] non va fatto tra queste mura.”
Ho riletto più volte questa frase perché anche io ho la mania (forse compulsiva) di riordinare spesso i miei libri come se cambiargli disposizione e ‘riordinarli’ sia una sorta di compromesso pacifico con me stessa. Eppure, concordo sul fatto che, il vero riordino non è all’esterno, ma in primis avviene all’interno, dentro di noi. Trovare tale ordine con me stessa non è facile e ancora ci sto lavorando, ma pian piano sto inserendo i libri che compongono la mia vita nella loro giusta collocazione. A volte ancora sento il bisogno di spostarli e fare qualche cambiamento e questo è dovuto al fatto che sono una persona indecisa e insicura di natura ma essendone più consapevole sono pronta anche a questi spostamenti (magari sono anche migliori).
Mi ha incuriosito tantissimo anche la piccola Zaide, una bambina intelligente, sensibile e curiosa. Zaide quando legge un libro, lo ricopre con un cartoncino su cui incolla delle lettere che esprimono il suo pensiero sulla lettura e questo lo fa “perché è lungo spiegare il motivo per cui ti piace un libro. E io non ci riesco sempre. Ci sono libri che quando li leggo […] mi si smuove qualcosa dentro. Ma non riesco a farlo vedere. Invece così è esplicito, e la gente non ha che da provare.” A volte capita anche a me di non riuscire ad esprimere a parole ciò che invece riesco ad esprimere per iscritto. È proprio per questo che sono una fans della carta e penna, delle lettere (si, proprio come i vecchi i tempi), del (caro) diario, perché la scrittura ci permette di ‘scrollarci tutto di dosso, i dolori scompaiono, il coraggio rinasce.’ (Anna Frank).
Per quanto sia una lettura veloce in cui i personaggi sono ‘accennati’, ho provato il piacere di concedermi dei momenti pausa e di riflessione in cui mi sono immaginata:
- Juliette sulla metro identificandomi in lei
(anche io ho quest’abitudine quando sono sui mezzi pubblici di osservarmi
intorno)
- Zaide che sfoglia i libri e poi pensando a parole semplici e allegre, inizia il suo sagomare, ritagliare e incollare
E mi sono sentita parte integrante di un book-crossing, consapevole che “per fare un mondo ci vuole tutto. Anche un mondo di libri”.
#caracarissimame
#laragazzacheleggevanelmetro
#christineféretfleury
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