DAYDREAMER: LE ALI DEL SOGNO

 

DAYDREAMER: LE ALI DEL SOGNO

⭐⭐⭐⭐ ⭐


 

Avete sentito parlare di questa serie tv?

Io sì ma vi confesso che non l’ho mai vista … eppure, sbirciando tra gli scaffali della libreria mi sono imbattuta proprio nel romanzo ufficiale della serie tv e siccome il titolo ha in sé quella magia legata al sognare, al sognante e al sogno ho deciso di avventurarmi.

Mi sono così ritrovata ad Istanbul, in mezzo alle dinamiche dell’agenzia pubblicitaria Fikri Harika in cui il proprietario Aziz Divit, per motivi personali si trova costretto a passare la gestione dell’agenzia a suo figlio Can.

Per Can, riuscire a mandare avanti l’azienda di famiglia, non sarà facile anche perché dovrà combattere con una spia interna che riferisce alla concorrenza le idee da loro proposte battendoli sul tempo e creando dei danni sia d’immagine che economici. Inoltre, l’arrivo di Sanem all’interno della società porta uno sconvolgimento in quanto nonostante sia una giovane donna semplice e ingenua, è talentuosa e determinata.

Tra Can e Sanem c’è un legame: “Albatros. Se vivi alle Galapagos lo puoi vedere, vola alto e solitario sopra l’oceano. […] Trascorre quasi tutta la sua vita in volo. […] Fluttua a lungo nell’aria […] per mesi. Si posa sulla terraferma solo per trovare una compagna e, una volta che l’ha trovata, vive con lei, insieme, per sempre. Volano e migrano per il resto della vita.”

Ma una serie di situazioni chiamati Emre (il ‘fratello diverso’ di Can) ed Aylin si metteranno in mezzo e …

Il romanzo presenta una lettura scorrevole e piacevole. Inoltre, ho apprezzato l’attenzione descrittiva ma non esagerata dedicata ai protagonisti:

Can: Era un fotografo di fama mondiale […] considerato fuori dagli schemi, un uomo con la febbre della scoperta, allergico ai luoghi comuni, alle convenzioni.

Sanem: “In realtà vorrei diventare una scrittrice”. Non era solo un sogno ma anche la cosa che le veniva più naturale. Non aveva un computer: scriveva a penna, su un quaderno […] Spalancava la finestra, si lasciava travolgere dalla magia di Istanbul e, lasciava andare la fantasia. Le parole sembravano sbocciare da sole in lei, come dei germogli meravigliosi.

 Mi sono rivista in Can, nella sua voglia di evasione e proprio la sera scorsa mentre guardavo il cielo stellato (tra l’atro anche una stella cadente), ho immaginato lui che dorme sulla sua amaca, all’aperto, abbracciato a Sanem rivivendo nella mia mente tutto quei momenti che anch’io, tra le braccia dell’uomo che amo, ho vissuto quel sogno d’amore tanto agognato e finalmente realizzato.

Come Sanem anche io ‘non ho paura di mostrarmi per come sono, dai gesti ai ragionamenti […]’ ma a volte mi sottovaluto, ‘non conosco le mie risorse e quanto anche io sia rara’ nel mio essere. Ma fortunatamente, come lei, ho al mio fianco un’ Ayhan (la quale è sempre presente per Sanem sia semplicemente per ascoltarla che per consigliarla), ovvero una vera amica che non si stanca mai di ricordarmi il mio valore.

Forse, il titolo e il fatto che è collegato a una serie televisiva possono far desistere dalla lettura ma se avete voglia di evadere dalla realtà, questa lettura merita una possibilità: io l’ho letto in un momento per me critico, in cui dinamiche familiari mi stavano logorando e questo mi ha permesso di rilassarmi, distrarmi e ricordarmi che nella mia sensibilità, nessuno al diritto di calpestare i miei sogni. Al contrario, c’è sempre una possibilità soprattutto se chi ci sta accanto, apprezza la nostra ‘stranezza’, il nostro essere a volte strambi e fuori dagli schemi, ma nonostante tutto, ci sostiene.

Se gli darete una possibilità mi farà immensamente piacere conoscere la vostra opinione e farne oggetto di conversazione insieme!

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