UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
(Stieg Larsson)
⭐⭐⭐⭐ ⭐
"[...] Nient'altro che il fiore, La cornice è la stessa dell'anno scorso. [...]"
Il giornalista e capo redattore della rivista Millenium, Mikael Blomkvist, viene accusato di diffamazione dal ricco H. Wennerstrom e purtroppo non potendo dimostrare la sua colpevolezza, si allontana dal suo ruolo nella redazione, in attesa anche di scontare la pena detentiva.
Proprio in questo frangente, viene contattato da Henrik Vanger, un industriale che dagli anni 60 non si dà pace riguardo la scomparsa (sarà morta? Come sarà morta?) di sua nipote Harriet e proprio per questo lo ingaggia, proponendogli un contratto remunerato per un anno e anche delle prove che inchioderanno Wennerstrom.
Mikael accetta e inizia ad indagare partendo proprio dal materiale raccolto da Henrik: grazie al suo occhio attento, alle sue intuizioni scrupolose e all’aiuto di Lisbeth Salander, (un’hacker informatica ingaggiata da un’agenzia inizialmente per indagare su Mikael e poi da lui stesso, per aiutarlo nelle indagini), svelerà il mistero che si cela dietro la scomparsa di Harriet.
Ho letto questo romanzo, per una sfida di lettura ed è stata una vera e propria sfida ma in primis con me stessa:
- Non è un genere che leggo (spesso)
- Non avevo molto tempo a disposizione per concludere la sfida
Eppure, sfidando me stessa, mi sono messa in discussione immergendomi in questa lettura intrigata ma allo stesso tempo intrigante dall’inizio alla fine. Le tematiche trattate sono forti e importanti come il femminicidio (una tematica che oggi non passa certo inosservata).
Ho apprezzato la coerenza e ‘la logica’ con cui si svolgono i fatti e il loro scandirsi nel tempo dando la possibilità al lettore di contestualizzare quanto accade e capire ancora meglio le dinamiche a cui si prende parte perché volente o nolente ci si trova coinvolti.
Mikael rimane un giornalista per me eccellente, non perché ha risolto il caso ma per il come lo ha fatto: ha usato uno dei cinque sensi che a volte sottovalutiamo ovvero la VISTA. Infatti, è proprio ‘quel dettaglio’ visto su negativi e fotografie che gli permette di (ri)creare relazioni che lo portano alla scoperta della verità. Mikael, inoltre è un giornalista che ha pazienza, si prende il tempo necessario per osservare, cercare, indagare e poi relazionare i suoi progressi.
L’attenzione al dettaglio ottico mi ha risaltato subito all’occhio (scusate il gioco di parole) perché ho sempre avuto una buona memoria visiva e da quando ho approcciato agli studi storico artistici questa qualità si è rivelata importante (se ben sviluppata). Non è una sciocchezza, ma usare la vista per memorizzare immagini e/o parole, quando leggiamo o guardiamo ci permette di creare anche successivamente delle connessioni davvero interessanti e stimolanti che possono poi essere frutto di ulteriori ricerche.
Ho anche provato comprensione ma allo stesso tempo pena per Lisbeth Salander: il suo mancato tentativo di chiedere aiuto che la porta ad agire da sola, mi ha fatto pensare a quante donne vivano il loro grido d’aiuto in silenzio, dietro uno sguardo o un gesto che vorrebbe urlare eppure è bloccato per paura o poca fiducia nell’altrui comprensione. Non ho ancora letto i volumi successivi ma non posso fare altro di chiedermi se Lisbeth, viva questa sua indipendenza e solitudine (nonostante sia consapevole di poter anche innamorarsi) come una rivalsa verso chi invece, la dava per spacciata …
Non vedo l’ora di continuare la lettura di questa trilogia che sto organizzando per i mesi autunnali/invernali perché sono certa ci sia di più nella vita di Lisbeth e chissà se e che ruolo avrà Mikael in tutto questo. Non voglio aver paura di una trilogia in cui le donne sono le vere protagoniste, perché la morte non può metterle a tacere ma al contrario, ricorda quanto ci sia veramente bisogno di chi è disposto a dare voce ai loro silenzi, a farli risuonare forte perché la violenza – che sia verbale, fisica e/o psicologica – non deve rimanere impunita.
L’obbiettivo di letture come queste secondo me non è solo creare un thriller che attiri lettori ma anche quello di indurli a riflettere su come c’è sempre una giustizia ed il primo passo verso di essa è proprio scoprire la verità.
#caracarissimame
#uominicheodianoledonne
#stieglarsson
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