SUPERGA 1949: IL DESTINODEL GRANDE TORINO ULTIMA EPOPEA DELL’ITALIA UNITA (Giuseppe Culicchia)

 

SUPERGA 1949: IL DESTINODEL GRANDE TORINO ULTIMA EPOPEA DELL’ITALIA UNITA (G. Culicchia)

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“Nebbia, pioggia, vento, silenzio là dove, sei ore fa, s’è sfracellato l’aeroplano che riportava a Torino la più bella squadra del calcio d’Italia. Un pallido rossastro riverbero illumina ancora, palpitando, le muraglie della basilica di Superga. […] tra poco sarà completamente buio.” (Il Corriere della Sera, Dino Buzzati)

Il 4 Maggio 1949 alle ore 17.03, il FIAT I -ELCE con a bordo la squadra del GRANDE TORINO si schianto contro la Basilica di Superga causando la morte di 31 vittime.

Uomini morti ‘troppo’ presto che però hanno lasciato un segno indelebile sia nel calcio italiano (in quanto squadra indiscussa di altissima qualità tecnica in campo (Campione d’Italia per oltre 7 scudetti di cui 5 consecutivi e i loro giocatori indossarono la maglia azzurra della Nazionale Italiana) che nel cuore del popolo italiano.

“Di fronte al modo a tratti davvero sublime con cui i calciatori del Grande Torino interpretavano il gioco del calcio, anche i tifosi avversari non potevano fare a meno che restare a loro volta incantati, anche se le rispettive squadre uscivano dal <<FILA>> patendo sconfitte […]”

È la prima volta che mi dedico ad una lettura di cronaca sportiva e sono contenta di essermi data questa possibilità. Questa notizia è lontanissima dal mio anno di nascita eppure conoscere la storia del Grande Torino e la sua tragica fine mi ha ‘sconvolto’ e non ho potuto trattenere le lacrime mentre leggevo l’evolversi della vicenda anche dopo lo schianto di Superga. Pensare a quei giocatori che un attimo prima dell’impatto stavano ridendo, scherzando, pensando ai loro sogni, alle loro famiglie, ai loro figli e poi all’improvviso tutto è andato distrutto, il recupero dei loro corpi straziati e martoriati …  Non è solo una cronaca calcistica ma ‘una tremenda disgrazia che c’è piombata addosso come una folgore, in cui il nostro pianto è segno di forza.”

Di certo, il calcio, anzi, il GRANDE TORINO qui raccontato non è il calcio che noi oggi conosciamo: al calcio di oggi mancano i veri ideali sportivi: lo sport deve unire e non dividere; negli spalti devono esserci sia tifosi di una squadra che di un’altra pronti a darsi la mano sia in caso di vittoria che di perdita. Dovrebbe esistere quell’unità che ci rende un popolo non di destra, centro o sinistra ma UNICO!  

Noi possiamo fare la differenza proprio per non dimenticare!

Ps. A Grugliasco (Torino) c’è il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata 

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