IL CLUB DEL LIBRO E DELLA TORTA DI BUCCE DI PATATA DI GUERNSEY

 

IL CLUB DEL LIBRO E DELLA TORTA DI BUCCE DI PATATA DI GUERNSEY 

(Mary Ann Shaffer & Annie Barrows) 

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ 


 

1946. Juliet Ashton è una scrittrice la quale sotto il nome di Izzy Bickerstaff collabora con la casa editrice Stephens & Stark, diretta dall’editore suo amico Sidney.

Un giorno, riceve da Guernsey una lettera in cui viene a sapere che il libro di Charles Lamb a lei appartenuto (e che al suo interno conteneva il suo indirizzo), era arrivato nelle mani del Signor Dawsey Adams, e fu da lui apprezzato e conservato soprattutto durante l’occupazione tedesca sull’Isola. Inoltre, il Signor Dawsey in un punto della lettera, oltre a citare il libro, menziona un arrosto di maiale e la nascita di un club ma non volendo annoiarla oltre le chiede se sia possibile ordinare per posta altre opere di C. Lamb e se esiste una biografia riguarda la sua vita.

Juliet, sorpresa e allo stesso tempo incuriosita da questa lettera, gli riscrive, fornendogli le informazioni richieste e chiedendogli ulteriori informazioni riguardo l’arrosto di maiale e il club del libro. Inizia così una corrispondenza tra Juliet, Dawsey e gli altri membri del Club del Libro e della Torta di Bucce di Patata che li porterà a instaurare un’ottima amicizia epistolare.

“La verità è che al momento vivo più a Guernsey che a Londra. Fingo di lavorare; con un orecchio sempre teso a captare il rumore della posta che cade nella buca delle lettere.”

Juliet decide di andare a Guernsey e conoscere di persona i membri del Club del Libro e della Torta di Bucce di Patata. Arrivata sull’Isola, si sentirà subito ‘in famiglia’ e avrà modo di entrare ancora più in contatto con l’anima propria di ognuno di loro: un anima traumatizzata dalle atrocità della guerra ma allo stesso tempo speranzosa in un domani dignitoso e migliore.

È stata una lettura a tratti forte ma allo stesso tempo tenera. Un romanzo epistolare dove la storia dei protagonisti si intreccia in luoghi, tempi e situazioni diverse. Le autrici sono riuscite a rendere protagonista persino un personaggio, Elisabeth, di cui si parla sempre in terza persona, ma che a mio avviso è fulcro VITALE della narrazione stessa. 


 

 Gli avvenimenti qui raccontati, si stagliano davanti un sipario storico che ha segnato per sempre l’umanità e dimostra come non è impossibile trovarsi davanti situazioni inaspettate e indesiderate ma “è davvero cosa di poco conto aver goduto del sole, aver vissuto la luce in primavera, aver amato, curato, apprezzato, conosciuto veri amici?”

Possiamo usare circostanze avverse a nostro vantaggio? Il romanzo ci risponde di SI: “Se non fosse stato per l’OCCUPAZIONE non avrebbero mai letto un libro […] Nessuno aveva esperienze di circolo letterario perciò inventammo le nostre regole […]”.

Mi sono rimasti impressi due aspetti che reputo importantissimi (nonostante siano sottovalutati):

  • LA CORRISPONDENZA SCRITTA A MANO (carta e penna): scrivere a mano rende ancora più indelebile e prezioso il messaggio contenuto anche se i tempi di consegna si allungano; ma è proprio l’attesa che stimola ulteriormente l’apprezzamento e la curiosità
  • LA LETTURA come ANTIDEPRESSIVO e anche come ELEMENTO RAZIONALE:

“La lettura impedisce di rimbambirsi […] Di un libro può interessarti un piccolo particolare e quel piccolo particolare ti condurrà a un altro libro e da lì arriverai a un terzo. È una progressione geometrica […]”

#caracarissimame

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