LE PIU’ BELLE FIABE DI PERRAULT
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C’ERA UNA VOLTA … quante volte da piccoli quest’espressione era il preludio di una favola che accompagnava i nostri sogni?
Alla mia età, vi confesso, che ancora non posso farne a meno delle favole ma ogni volta che leggo, lo faccio cona consapevolezza diversa e anche questa volta, scegliendo proprio una raccolta di fiabe di Charles Perrault (tradotta da Carlo Collodi).
Questa raccolta comprende le seguenti fiabe:
- Cenerentola
- Barbablù
- La Bella Addormentata nel bosco
- Puccettino
- Pelle d’asino
- Le fate
- Cappuccetto Rosso
- Il Gatto con gli stivali
- Enrichetto dal ciuffo
Siamo certi di conoscere VERAMENTE le fiabe, la loro evoluzione ed il loro (lieto) fine?
Ad esempio, sapevate che la Bella Addormentata nel bosco, dopo essersi destata dal suo sonno (durato 100 anni), sposa il principe e vivono segretamente il loro matrimonio, da cui tra l’altro nascono due figli – Aurora e Giorno – perché la madre del Principe discende da una famiglia di orchi e quindi ghiotta di bambini?
Oppure, Puccettino, che con i suoi fratelli, oltre ad essere stato abbandonato dai genitori, incappa nelle grinfie di un orco, e la moglie di questo, per impedire che sgozzasse i bambini, lo confonde causando lo sgozzamento delle figlie stesse dell’orco e di lei? Non risulta una scena macabra?
E se vi dicessi che la fiaba di Cappuccetto Rosso, termina con il lupo che mangia sia la nonna che lei?
Vi ho forse spoilerato? Non credo, perché queste sono fiabe che ormai si tramandano ma in maniera distorta da come realmente erano state scritte. Sicuramente erano frutto del tempo in cui Perrault le scrisse, sicuramente un tempo in cui l’infanzia forse non era altro un ‘momento’ passeggiero nella vita di un bambino il quale, si trovava già catapultato nella vita reale senza avere l’occasione di vivere quella che invece è la tappa fondamentale dello sviluppo umano.
Mentre leggevo le fiabe, mi sono immaginata come sentendo queste storie, i bambini dovessero avere gli occhi sgranati e forse non dormire la notte a causa dei pensieri o degli incubi che queste immagini producevano nella loro mente.
D’altro canto, ho trovato che alcune fiabe con la loro morale possano essere considerate valide come Cenerentola e Le Fate.
Una riflessione che mi ha ispirato la fiaba di Cenerentola riguarda l’approccio al pubblico. Infatti, nell’esporre la morale, usa un metodo didattico a mio avviso stimolante perché, invita alla riflessione ponendo una domanda: “Senza l’aiuto della madrina, che cosa avrebbe fatto quella buona e brava figliuola di Cenerentola?” Se una fiaba ha il compito d’insegnare, quale modo migliore se non stimolando la propria introspezione ponendo domande? Questo è un ottimo metodo didattico e comunicativo con cui conoscere veramente sia noi stessi che anche l’opinione altrui.
Io non dirò mai di non leggere le fiabe ma al contrario, LEGGETELE!
“Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.”
(Gianni Rodari)
#caracarissimame
#lepiubellefiabediperrault
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