IL DIAVOLO E LA ROSA
(Virginia Dellamore)
⭐⭐⭐⭐
L’orfana Rosalynn, ora una giovane donna, si trova a tu per tu con un “blu mai visto, che aveva qualcosa di viola, di nero, addirittura d’oro. […] Quale dispettosa natura aveva deciso di incastonare simili gemme su una montatura tanto agghiacciante?”
Beaumont, conte di Harwood “non aveva un’anima, era un guscio vuoto, un albero cavo dentro il quale non si annidavano nemmeno gli insetti”.
Rosalynn, nonostante abbia vissuto per anni una cattiveria ‘apparentemente’ ingiustificata non ha mai perso la sua dignità perché è convinta che “nessun principe potrà salvarci, dobbiamo salvarci da sole”. Non è mai scesa a compromessi, “nessuno l’avrebbe privata di una virtù che aveva il diritto di concedere per sua scelta soltanto a chi le avrebbe rubato prima di tutto il cuore”.
Tuttavia, il suo cuore, la sua anima e la sua virtù vengono ben presto messe alla prova: dal momento che Beaumont riscatta il suo titolo di Conte diventa anche il proprietario del castello abbandonato e malandato degli Harwood. Proprio in questa circostanza la coglie sul fatto a prendere dei libri che erano abbandonati da anni e per punirla, la compra dall’orfanatrofio ‘per 30 ghinee’ e la pone a suo servizio come domestica.
Beaumont ne è fisicamente attratto e nonostante la intimorisca, non riesce in alcun modo a tentarla anzi, il carattere combattivo oltre che ribelle della giovane, rendono la sfida ancora più accattivante se non fosse che per una serie di circostanze la semplice attrazione e il desiderio fisici di lui, evolvono in un sentimento diverso, intimo e profondo di cui non si riteneva capace e questo lo spaventa.
Rosalynn, che guarda oltre le apparenze, vive con la consapevolezza che la “fantasia arriva dove vuole, non è un uccello in gabbia”, non si vergogna di essere una donna che sa leggere, che ha sete di conoscenza e proprio per questo riesce a tener testa al tenebroso Beaumont.
Per Beaumont e Rosalynn esiste una speranza? ‘Sboccerà l’amore a un punto tale che le cicatrici possano diventare invisibili e la luce del cuore possa illuminare il loro mondo'?
Un retelling de la Bella e la Bestia a mio avviso riuscito in tutto e per tutto: abbiamo la Bestia (Beaumont), la Bella (Rosalynn), la Maga (la zingara Mortag), il castello e l’atmosfera cupa e tenebrosa.
La protagonista sa leggere, è amante dei libri, conosce poeti del calibro di Keats e Byron contestualizzati al luogo e al secolo in cui la narrazione è ambientata ovvero l'Inghilterra del XIX secolo.
Questo libro mi è stato regalato dalla mia migliore amica proprio perché sa quanto io sia legata alla Bella e la Bestia e quanto adori immedesimarmi nella lettura della fiaba rivisitata.
Di questo retelling ho particolarmente apprezzato l’indipendenza che Rosalynn mantiene durante tutto il racconto nonostante le prove che è costretta ad affrontare. Inoltre, mi ha fatto impazzire la sua curiosità, la sua instancabile sete di conoscenza e la sua esuberanza nell’affrontare certi argomenti tabù per l’epoca. Questa ‘sfacciataggine’ mi piace perché mi rappresenta e come lei, non mi spaventa dire ciò che penso, sognare a occhi aperti e realizzarmi. Come Rosalynn, tra le mie mani non manca mai un libro perché “[…] i libri sono fatti per essere letti, non per morire […] li ho fatti vivere!”
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