LA FABBRICA DELLE MERAVIGLIE & L'INVENZIONE DEI DESIDERI (Sharon Cameron)

 

LA FABBRICA DELLE MERAVIGLIE 

(Sharon Cameron)

⭐⭐⭐⭐  


 

  • 1852

Katharine Tulman, vive alle dipendenze di sua zia Alice, la quale le chiede di raggiungere una tenuta di famiglia a Stranwyne Keep, nelle mani di suo zio George Tulman, che a quanto pare sembra stia compromettendo la ‘rendita della proprietà’.

Appena Katharine giunge a destinazione, si trova coinvolta in una realtà che non avrebbe mai pensato:

  • Suo zio, George, è una persona strana, ‘diversa’ per le convenzione del tempo
  • Stranwyne Keep è una sorta di città in cui lavorano tante persone alcune delle quali provenienti da manicomi e ospizi

Esiste un laboratorio dove George, dà vita alla propria creatività e genialità (pesci meccanici, orologi ad ingranaggi …).

Katharine comprende che suo zio in realtà, ‘è un figlio speciale’ che rischia di essere rinchiuso in manicomio se solo lei scrivesse a sua zia Alice quello che succede a Stranwyne Keep per cui, si convince, anche grazie a Lane (un giovane uomo che sin da prima che arrivasse Katherine si era preso cura dello zio e delle sue stranezze, aiutandolo come assistente nel laboratorio), a darsi un mese di tempo prima di condannare George e tutti gli abitanti ad una fine misera e disastrosa.

“Lei era l’orologio, un orologio che aveva perso la sua chiave e si stava scaricando nel buio. E avrebbe fatto meglio ad approfittare del tempo che restava. […]”

Ma l’ingegno innocente dello zio, purtroppo, diventa presto uno strumento di guerra (e anche di morte) se non viene protetto. Ecco che per Katherine e Lane inizia così una lotta, tra misteri e scoperte, per difendere lo ‘Zio Tully’ da intrighi che vogliono usarlo per scopi loschi che minacciano anche la stessa Inghilterra.

L’INVENZIONE DEI DESIDERI 

(Sharon Cameron) 

⭐⭐⭐⭐  


 

  • 1854

Katharine e Lane sembrano aver sgominato i piani malvagi che minacciavano lo zio Tully, la loro vita e anche l’intera nazione. Inoltre, Katharine si ritrova erede testamentaria di Stranwyne Keep per cui il pericolo sembra essere scongiurato.

La partenza di Lane per la Francia sconvolge però alcuni equilibri: Per oltre un anno Katharine non ha più sue notizie e un’intrusione notturna in casa per rapire suo zio, la convince a fuggire proprio in Francia con la speranza di poter poi cercare Lane.

Per Katharine inizia così un’altra avventura ma questa volta, sola contro tutti, riuscirà a nascondere suo zio, da quelle menti diaboliche che vogliono approfittarsi della sua genialità, trovare Lane e scoprire quelle verità ancora mancanti?

Poter riassumere questa duologia senza spoilerare è veramente difficile: mi scuso quindi, se vi sono sembrata estremamente sintetica. È una narrazione scorrevole ma ‘intrigata’: io ho menzionato i protagonisti principali che sono Katharine, Lane e Zio Tully ma l’evolversi della loro storia non sarebbe stato possibile senza la fedele cameriera Mary, Zia Bit, l’avvocato Babcock, il piccolo Davy … persone che hanno fatto della loro stranezza e/o della loro conoscenza un punto di forza a favore di ciò che era veramente giusto.

Sono entrambi romanzi storici (si fa riferimento al conflitto marittimo tra Francia vs Inghilterra e alla Guerra di Crimea) che ho scoperto essere in uno stile nuovo per me definito STEAMPUNK. Infatti, Zio Tully, nella sua pazzia, è un inventore geniale e le sue invenzioni come gli ingranaggi degli orologi, il pesce meccanico, il fulmine e l’elettricità nell’aria, riprendono la strumentazione e la tecnologia necessari, presenti nei romanzi di questo tipo. 

Questi elementi sono rimarcati anche nelle copertine di ambo i libri dove, ad esempio, si nota un pesce meccanico che avvitato coi bulloni apre la bocca ed è perfettamente in linea (La fabbrica delle Meraviglie), un carillon sui cui ingranaggi si muove una ballerina (L’invenzione dei desideri) e gli ingranaggi che sono comuni a entrambe.

Sono romanzi che se letti nel momento giusto sanno trasportarti tra le MERAVIGLIE della mente umana e la profondità dei DESIDERI che scaturiscono dal cuore.  Infatti, mentre per i nemici, Zio Tully non è altro che un ingranaggio di un sistema politico e guerrafondaio, agli occhi di Katharine, ciò che lo rende strabiliante non è la sua pazzia, ma:

  • le sue qualità intellettive (infatti sa fare calcoli che a mente sarebbero complessi e assemblare componenti creando cose mai viste). 

 e

  • la capacità di costruire (rendendole tangibili) le sue idee.

Saper costruire per lo zio significa comunicare e per lui questo contatto è vitale (ogni giorno insieme a Katharine ‘gira gli orologi’).

Ideare, assemblare, costruire e poi ‘giocare insieme’ sono l’insieme di tutti quei DESIDERI che caratterizzano l’essere umano: sia che siamo persona più razionali o meno, la nostra mente, in un modo che sia più ordinato o disordinato, preciso o impreciso, mette insieme parole, concetti, idee con le quali poi costruiamo la nostra persona fatta di emozioni e sentimenti; accade poi che si senta anche la necessità di condividere queste sensazioni insieme ad altre persone con le quali entriamo in sintonia, proprio come un ingranaggio nel suo meccanismo (Katharine – Zio Tully – Lane).

Ad esempio, non accade questo a noi lettori?

Riguardo Zio Tully, ho apprezzato tantissimo il modo con cui l’autrice, anche se in termini storici, accenna ai manicomi o agli ospizi rendendo noto come bastava una diversità (che io voglio chiamare specialità) per esservi rinchiusi. Difendersi da un mondo che non ammetteva stranezze era una lotta ardua e complessa (tanto che persino Katharine, trovandosi coinvolta in un enigma più grande di lei rischia di essere dichiarata pazza e poi rinchiusa). Oggi viviamo in un era dove la diversità invece è tutelata (o almeno così dovrebbe essere); eppure, sono all’ordine del giorno discriminazioni o atti di bullismo volti contro colui che consideriamo diverso. Essere diversi, essere sé stessi non è un crimine: ecco perché come Katharine dobbiamo proteggere il nostro George Tulman interiore. Essendo come lui, possiamo “[…] catapultare nel futuro scintille invisibili, con risultati a volte spettacolari”.

Ps. Mentre osservavo le copertine, mi sono accorta che, oltre ad avere sul fronte il viso di Katharine e sul retro il viso di Lane, nel secondo volume, i volti di entrambi sono più ‘maturi’. Ho avuto la sensazione che anche la copertina in qualche modo ci abbia voluto comunicare come da un mondo meraviglioso già costruito che era la Fabbrica delle Meraviglie, quindi un mondo già a portata di mano,  per costruirsi il proprio destino INVENTANDO i propri DESIDERI (anche ripartendo dal nulla, dalle incertezze e dalle insicurezze), sia stato necessario un percorso di crescita in cui le prove affrontate e le decisioni prese (giuste o sbagliate) sono state fondamentali per ritrovare il proprio posto nel mondo. 


 

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