NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI
(Fabio Geda)
⭐⭐⭐⭐⭐
"[...]Io
non torno indietro; Siamo vicini alla Grecia, e se non siamo vicini siamo per lo meno a metà
strada, ormai. Andare avanti o tornare indietro è la stessa cosa, e io
preferisco morire in mare che dover rifare da capo tutta la strada che ho fatto
fino ad adesso."
Enaiatollah, giovane afgano, in queste pagine, cariche di
incertezza ma allo stesso tempo di speranza, si racconta tramite un viaggio che
da bambino lo ha portato dall' Afghanistan sino in: Pakistan, Iran, Turchia,
Grecia e Italia.
Ovviamente, questo viaggio non è stato privo di
complicazioni, sfruttamenti, paure dove la sopravvivenza ma anche la VOGLIA DI
VIVERE e la POSSIBILITA' (nonché speranza) DI UN DOMANI MIGLIORE sono la forza
motivante che sostiene Enaiatollah a tenere duro, andare avanti e mantenere le
3 promesse fatte a sua mamma:
- Non usare droghe
- Non usare armi
- Non rubare
Enaiatollah condividerà
questo 'pellegrinare' insieme ad altre persone - a volte ragazzi come lui,
altre volte estranei compassionevoli dei quali non dirà il nome ma loderà i
loro gesti empatici quale esempio universale di umanità – tramite le quali farà
un bagaglio di esperienza non indifferente ma essenziale per la sua libertà.
Per me è stato impossibile non immedesimarmi in Enaiatollah e forse vi sembrerò egoista ma sono grata di essere sempre vissuta da donna libera e di non dover essere mai scappata da pericoli tali come quelli che lui ha affrontato. Sarei stata in grado di affrontarli con il suo stesso coraggio?
La lettura
è scorrevole e piacevole e questo sapersi raccontare in modo ‘semplice’
permette il lettore di non staccarsi da quest’avventura veramente accaduta ma
di conoscere ed empatizzare quasi subito col nostro Enaiatollah: un giovane dagli
ottimi principi, grazie a quali non è mai sceso a compromessi anzi, ha
sopportato l’indifferenza altrui facendosi portavoce delle paure (io oso anche dire del terrore) che si prova
in paesi dove l'estremismo non lascia spazio alla razionalità umana, dove
essere bambini è vietato, nascere donne e quasi un crimine e voler essere
uomini liberi è causa di morte!
Nono sono un giudice divino e non voglio giudicare ma da essere umano mi domando e mi rispondo che un bambino come Enaiatollah non dovrebbe ‘svegliarsi, allungare le braccia […] per cercare fiducia nel corpo della mamma […] e non trovare nulla’. Al contrario, dovrebbe trovare quel porto sicuro che si trova posando l’orecchio sul petto della mamma e tra le braccia del papà, dovrebbe poter andare a scuola, farsi una sua idea del mondo e scegliere chi essere un domani, dovrebbe litigare coi suoi fratelli e sorelle, giocare coi propri amici e mantenere il suo sorriso intatto sino l’età adulta. La realtà, purtroppo è un’altra e in quest’ordine sbagliato delle cose, c’è chi come Enaiatollah, rischia il tutto per tutto ma cosa lascia in loro quello che hanno vissuto? Mi sono chiesta che espressione avesse Enaiatollah quando si è raccontato e l’ho immaginato con un sorriso di chi aveva raggiunto il traguardo ma gli occhi che invece, intrisi di lacrime, raccontavano un’altra storia.
Di fronte
tutto questo non posso fare altro che ripetere a me stessa: SONO UNA PERSONA
FORTUNATA perché ogni mattina mi sveglio da donna libera di vivere la mia vita
ed ho l’opportunità di sentire ' il respiro' di chi amo tutti i giorni, cosa per
cui Enaiatollah, purtroppo ha dovuto aspettare 8 anni.
Enaiatollah ha ragione quando dice: "Come fai a dare amore se non ami la tua vita?"
#caracarissimame
#nelmarecisonoicoccodrilli
#fabiogeda
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