LA FELICITA’ DOMESTICA
(Lev Tolstoj)
⭐⭐⭐⭐⭐
Mascia ha diciassette anni:
è orfana, vive in campagna in un’aura annoiata e malinconica.
“Avanti il termine
dell’inverno, questo senso di ansietà della solitudine, o semplicemente di
noia, si accrebbe a tal punto, ch’io non uscivo di camera, non aprivo il
pianoforte, e non prendevo libro in mano.”
È un caro amico di famiglia,
nello specifico di suo padre, Serghièi, che ridona speranza al cuore di Mascia, la quale, nel suo
ardore femminile, se ne innamora.
“Sovente in quest’estate io risalivo in camera
mia; mi coricavo sul letto: e là, dove prima era ansietà primaverile, tutta
desideri e speranze nell’avvenire, ora mi pervadeva invece un’ansia di felicità
nel presente.”
Serghièi, spaventato dalla piega che tale
circostanza sta prendendo, tenta di allontanarsi ma invano tanto che,
nonostante la grande differenza d’età, entrambi convolano a nozze e iniziano la
loro vita matrimoniale nella casa di Tatiana, sua suocera.
All’inizio, è tutto rose e fiori: voglia di
cercarsi, trovarsi, stare insieme a parlare per ore anche tutta la notte finché
non arrivano le incomprensioni, le difficoltà, l’arrivo dei figli e anche le
esigenze diverse (nel loro caso ancora più accentuate dalla differenza d’età)
che minano la loro (apparente) felicità.
Da una parte una giovane donna in fiore, avente
la possibilità di conoscere cosa offra la città tra gente per bene, incontri e
feste e dall’altra un uomo adulto che invece, apprezza la pace della campagna e
desidera curare i suoi affari come ha sempre fatto.
«Io pure sto bene», dissi, «ma con tristezza, precisamente perché ogni cosa sta così bene qui davanti a me. In me tutto è così incoerente, incompleto, c’è sempre una voglia di qualcosa, e invece tutto è nel migliore dei modi e tranquillo. Forse che con il diletto della natura non si mescola in te pure non so qual senso nostalgico, quasi un aspirare a qualcosa che non è più?».
«E di cosa ancora ha bisogno un uomo?», disse lui. «Io mi
sento adesso così soddisfatto che proprio non ho bisogno di nulla,
perfettamente felice».
Un romanzo che ha saputo emozionarmi e commuovermi
perché mi ha fatto riflettere sulla fragilità dei rapporti umani soprattutto
quando questi vengono trascurati.
Mi sentivo euforica insieme a Mascia che, aveva
fretta di sposarsi insieme al suo Serghièi e vivere la sua felicità ma allo
stesso tempo, ho assistito al crollo, pezzo per pezzo, del loro amore quando un
nuovo contesto sociale si è interposto tra di loro. Dal canto suo Serghièi l’ha
sempre assecondata e accontentata e Mascia, che ancora non aveva sperimentato
certe esperienze, non avrebbe mai voluto rinunciare (anche quando era sul punto
di farlo, ha ‘approfittato’ dell’esasperazione del marito).
Di fronte questa felicità fittizia mi sono
indagata interiormente e ho ripercorso alcuni momenti della mia vita in cui
anche io come Mascia ho vissuto in compagnia della tristezza e del malumore;
ero convinta che la felicità mi era possibile solo tramite gli altri e non
grazie a me stessa. Da questa malsana convinzione, come Mascia, anch’io in
giovane età ho voluto per forza affrettare alcune tappe che me ne hanno
precluse altre trovandomi poi alcuni anni dopo ancora più infelice, isolata in
me stessa e depressa.
“Non sforziamoci di ripetere la vita, non mentiamo
a noi stessi. […]”
Non posso cambiare il passato e anche se il suo
ricordo ancora fa male, guardando al mio presente ORA SONO VERAMENTE FELICE:
non è vero che il tempo perso si recupera però ho rimesso in uso i miei
ingranaggi e fatto ripartire il timer che per me si era bloccato.
Oggi che finalmente ho raggiunto alcuni successi
nella mia vita e sto lavorando per raggiungerne altri, capisco quanto sia
importante la cooperazione e la collaborazione. Il successo migliore di tutti è
stato coronare un sogno che da tantissimo tempo avevo recondito e che quest’anno,
grazie alla mia metà ho realizzato: ESSERE UFFICIALMENTE UNA FAMIGLIA! Come un
capocantiere, ho sempre sentito la responsabilità di fare il possibile per
costruire un rapporto solido e ora che lo abbiamo reso anche ufficiale, quest’impegno
è ancora più intrigante e anche sorprendente!
Penso a Mascia e Serghièi che nel tempo perdono l’essenza
del loro amore perchè il tempo che trascorrono insieme è sempre di meno, si
annoiano l’uno con l’altro tanto che il loro epilogo poi li ‘condanna’ ad
accettare che l’amore è passato e la felicità è tutt’altro. Di fronte questa
triste possibilità rabbrividisco tanto che il solo pensiero già mi rattrista. E’
innegabile che una famiglia gli impegni
sono tanti, gli orari diversi come anche le esigenze di ognuno ma si può
trovare un equilibrio e sono convinta che un rapporto vero e sincero si basi proprio
sulla costanza e sull’interesse reciproco.
Siccome c’è un tempo per ogni cosa, c’è anche un
tempo per AMARSI ed essere FELICI in casa: dipende da Noi!
Titolo: LA FELICITA' DOMESTICA - 144 pagine
Autore: Lev Tolstoj
Editore: Fazi Editore
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