Genova, Natale 1976
Quattro ragazze in giovane età quasi
adolescenziale ricevono un dono inaspettato ma speciale:
Giovanna e Silvia (sorelle), Lara, Carla
“si trovarono fra le mani un pacchetto rettangolare fasciato in lucida carta
rossa, identico per tutte … un libro … dentro la cornice (del libro) un interno
familiare: quattro ragazze attorno a una donna seduta su una poltrona …” Se vi
chiedessi che libro è, sapreste riconoscerlo? Suppongo di sì: è proprio il
libro delle Piccole Donne di L. M. Alcott.
Le quattro ragazze sono così entusiaste
che hanno fretta di terminare la lettura del libro e rimangono così attratte
dal personaggio di Jo e tutte vogliono in qualche modo essere lei.
Sono bambine dalle tante risorse: amano
la lettura, la recitazione, la scrittura e hanno anche un baule dei
travestimenti proprio come le Piccole Donne. Non passa molto tempo che
nel loro condominio arriva anche un ragazzo di poco più grande, Edoardo (figlio
del nuovo portiere) che socializzerà e diventerà parte del gruppo formato dalle
quattro piccole donne moderne con annesso il Laurie della situazione.
In una gita fatta in campagna mettono
per iscritto i PROGETTI DI C.E.S.L.G firmati il 6 GIUGNO
1977 e li chiudono in una busta che verrà poi posta nel loro baule dei
travestimenti (con il proposito di riaprirla nell’età adulta):
- Edoardo progetta di diventare medico (sotto l’influenza del padre) ma gli piacerebbe molto essere un artista
- Giovanna progetta di diventare una scrittrice costantemente in viaggio per cercare la sua ispirazione forse senza mai sposarsi
- Silvia progetta di diventare pittrice e architetta (il femminile è voluto), sposare un uomo ricco, bellissimo, straniero e artista con cui avere due bambini bellissimi
- Carla progetta di frequentare la Regia Accademia di Arte Drammatica e avere due o tre bambini
- Lara progetta di diventare una giornalista e inviata nel mondo
All’età della fanciullezza sopraggiunge
l’età dell’adolescenza e delle consapevolezze che inevitabilmente rimettono in
discussione i loro valori: Giovanna e Silvia che sono cresciute in una famiglia
economicamente benestante (sono figlie di un rispettabile dottore, di una donna
che ha dedicato la sua vita a loro e alla casa e la nonna ha una sorta di
potere se vogliamo matriarcale), e per quanto siano sempre state amichevoli e
solidali nei confronti di chi era più bisognoso di loro, avvertono la distanza
sociale creata dal padre e dai suoi ragionamenti nei confronti di chi non aveva
un istruzione e un lavoro remunerativo e questo crea un conflitto parentale e
in particolar modo tra Giovanna e il padre. Giovanna inizia ad interessarsi a
Edoardo non solo come amico ma anche come amore (il primo amore) ed è
corrisposta ma purtroppo la malattia del ragazzo e anche la distanza sociale
sembra minare il loro rapporto e a questo si aggiunge anche Lara (rimasta
orfana da piccola) che maschera la sua gelosia nei confronti di Giovanna
intromettendosi tra i due ragazzi che inevitabilmente si separano.
Giovanna, Silvia, Lara e Carla sono
ormai cresciute e le loro strade si sono separate fin quando Giovanna non
incontra Lara proprio durante un convegno dedicato alla figura di Jo ed è
proprio da lì che ripartono per parlarsi, ricordare l’infanzia, l’adolescenza e
rimettere insieme i cocci lasciati in frantumi e mai raccolti. Decidono anche
di partire alcuni giorni per andare a trovare la loro amica Carla (che sin da
bambina purtroppo era stata protagonista del tradimento paterno nei confronti
della madre) la quale viveva in campagna, sposata con Filippo (un uomo di oltre
10 anni più grande) e non aveva purtroppo avuto figli ma si occupava di ragazzi
e ragazze affidatigli aventi situazioni familiari disagiate dandogli modo così
di riscattarsi e avere la possibilità di un futuro migliore.
Questa rimpatriata le porterà a
riavvicinarsi e sostenersi anche a seguito di una scomparsa che avviene proprio
in quei giorni e che coinvolge un ragazzo avente il forte desiderio di riunirsi
a suo padre e questa vicenda oltre che risolversi nel migliore dei modi, gli
permetterà di aprirsi l’una con l’altra, di svelarsi e anche scusarsi per gli
errori passati.
Essersi ritrovate le porta nuovamente a
separarsi ma con la promessa di ricontrarsi prima o poi ma di tutte, è proprio
Giovanna a ricordarsi di quei progetti che avevano messo per iscritto quel 6
giugno 1977 e:
- Edoardo non era diventato medico ma nella paura di deludere i genitori non aveva mai comunicato loro di non essersi laureato anzi iniziò a professare la professione di neurologo in modo abusivo e fu costretto a vivere lontano dal suo paese finché le acque non si calmarono fin quando non trovo la tranquillità di cui necessitava proprio a Lisbona
- Giovanna non girò mai il mondo ma divenne un insegnante, sposò e poi divorziò crescendo una figlia che ora viveva la sua vita a Londra
- Silvia divenne una creatrice di cappelli e crebbe un figlio da sola, avuto da una relazione con un uomo australiano non a conoscenza dei fatti
- Carla non ebbe mai dei figli suoi ma dedicò la sua vita ad occuparsi di altri ragazzi insieme a suo marito
- Lara invece, divenne una giornalista e inviata nel mondo ma non si sentiva completa in tutto
Questa circostanza ha permesso loro di
capire che non sempre la vita va come vorremmo ma non per questo dobbiamo
arrenderci perché “NON E’ MAI TROPPO TARDI PER ESSERE CIO’ CHE AVRESTI
POTUTO ESSERE” (G. Eliot)
“Cara Jo, non è stato facile il tuo
percorso verso la perfezione, che perfezione non era, lo ricordavi sempre a
tutti…Volevamo tutte essere Jo, con ostinazione… Volevo essere diversa … A
pensarci bene, cara Jo, è grazie a donne come te, che volevano tutto … che io
ho potuto essere una come tante. Ora Cara Jo, da un anno vivo a Lisbona con
Edoardo e ho la sensazione di essere ancora in tempo. Si Stava facendo tardi ma
non è tardi … Todo cambia. Todo Cambia, cara Jo, e così che io cambi non è
strano.”
(Giovanna)
#caracarissimame
#volevamoesserejo
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