IRA
(Deadly sins series Volume II)
(Jennifer Miller)
⭐⭐⭐⭐
Tyson Martin (fratello gemello di Rowan), dopo essere uscito di prigione, sta tentando di riportare la sua vita alla normalità: lavora e si allena nella palestra di Jax per diventare un lottatore professionista si MMA. Ma ha una rabbia repressa e sente la necessità di sfogarla in modo illegali come gli incontri clandestini di lotta. Dopo un incontro di questi, si reca in un night, dove, anche se ubriaco, incontra la spogliarellista, Sydney. Di quella lap dance Tyson non ricorda molto ma le loro strade si rincontrano in circostanze diverse (è proprio in una libreria che avranno il loro incontro successivo).
Sia Tyson che Sydney ‘hanno un passato, una storia che li ha resi quelli che sono […]’:
- Tyson: “[…] sono merce danneggiata, Sydney, non sono il tipo di uomo che dovresti amare o con cui voler stare.”
- Sidney: “Grazie all’atmosfera rilassante, al profumo della carta e dell’inchiostro che aleggia nell’aria, riesco facilmente a concentrarmi per ore nel mio angolino di studio. […] Certe volte, considero la possibilità di abbandonare il college […] ma poi penso che ho un cervello […] quindi devo continuare ad andare avanti.”
“[…] ma a desso desidero creare una nuova storia, la nostra storia insieme.”
Anche il volume II della Deadly sins series non mi ha deluso. Il romanzo, come il volume I, si è presentato scorrevole, avvincente e dalle tematiche aventi un forte impatto: la rabbia incontrollata, la necessità di farsi aiutare, lavorare per mantenersi facendo un lavoro che non ci rappresenta, affrontare la realtà, non avere paura della verità.
Un concetto che a mio avviso questo libro (volume II) ha messo in evidenza in modo chiaro, evidente e forte è che se abbiamo un problema va affrontato. Intanto, come Tyson, è importante riconoscere di avere un problema e poi risolverlo agendo di conseguenza. Non possiamo prevedere in anticipo come reagiranno le persone più vicine a noi però questo non può (e non deve) impedirci di agire in primis per noi stessi. Amare noi stessi non è egoismo ma è il primo passo per amare al meglio anche gli altri.
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