SALVARE HARLEY
(Susan Stoker)
⭐⭐⭐⭐
Beckett “Coach” Ralston, soldato della squadra militare speciale e segreta della Delta Force Americana, mentre sostituisce un istruttore nel club di paracadutismo di un suo amico, conosce Harley Kelso, una programmatrice di videogiochi, la quale vuole provare di persona il lancio del paracadute per rendere ancora meglio l’esperienza nel gioco a cui sta lavorando. Durante il lancio però, succede un imprevisto che mette fuori gioco Coach e costringe Harley a fare il possibile per salvarsi entrambi. Fortunatamente, Harley riesce a salvare sé stessa e Coach e questo è il preludio della loro storia.
Proprio quando tutto sembra andare per il meglio, Harley scompare senza lasciare traccia e Coach viene incolpato della sua scomparsa …
“[…] Non importa quante volte qualcuno è stato in combattimento o si è lanciato da un aereo, è ciò che hai dentro di che detta come gestire la situazione quando qualcosa va storto. […]”
Leggendo il terzo volume della serie Delta Force Heroes 3, mi sono rivista nella figura di Harley in quanto anche io sono stata bullizzata. Il tema del bullismo ha un ruolo importante nel romance in quanto coinvolge sia Coach (sua sorella è stata una vittima di bullismo) che Harley (la quale, vive quasi isolata nel suo mondo). Anche io come Harley ho trovato il mio posto e la mia dimensione ma le ferite (ora cicatrizzate) comunque, sono rimaste. Adesso, guardandomi indietro compatisco chi mi bullizzava, anche perché concordo col detto che dice che ‘la vita è come una ruota che gira, ci vuole tempo, pazienza, ma alla fine ognuno raccoglierà ciò che ha seminato’, e, quando certe cicatrici riaffiorano, le accarezzo con la consapevolezza che il passato non mi ha sconfitta e il presente mi ha ricompensata (proprio come Harley): “Vedete questa donna accanto a me? […] È la cosa migliore che mi sia mai capitata. La amo e darei la mia vita per proteggere la sua, senza alcun dubbio. È una nerd […] niente trucco, i capelli raccolti in uno chignon disordinato. Ma è la persona più bella che abbia mai incontrato in vita mia, per ciò che è dentro. […]”
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