TARZAN DELLE SCIMMIE (Edgar Rice Burroughs)


 

TARZAN DELLE SCIMMIE 

(Edgar Rice Burroughs)

⭐⭐⭐⭐⭐


 

“[…] un bel mattino di maggio del 1888 John Clayton, ovvero Lord Greystoke e Lady Alice salparono da Dover alla volta dell’Africa […] E da quel momento […] scomparvero agli occhi del mondo.”

A seguito di un ammutinamento avvenuto sul brigantino che li avrebbe dovuti condurre nell’Africa tropicale, John Clayton ed Alice Rutherford, signori di Greystoke, si trovano sperduti nella giungla africana. 

Questo li pone davanti l’unica alternativa possibile: sopravvivere!

Adattarsi richiedeva inventiva e capacità tanto che John Greystoke “era stupito di aver fatto con le sue mani […] tutto quel lavoro insolito per lui. Però lo aveva amato […] perché lo faceva per lei e per la piccola vita che era arrivata ad allietarli, accrescendo le sue responsabilità, e anche la gravità della situazione.”

Ma la morte improvvisa di Alice che ‘spirò in una notte’ e poi quella di John a causa di Kerchak, un ‘vecchio scimmione’ a capo di una tribù di gorilla cambiano il destino della piccola creatura che viene salvata da Kala, una gorilla femmina rimasta da poco priva del proprio cucciolo.

Inizia così per Tarzan una vita insieme a una tribù di scimmie dalle quali apprende ogni aspetto della loro vita. La scimmia Bianca diventa un giovane forte, bellissimo e anche capo branco: non ha paura di nulla, è indomito e affronta pericoli costanti che minano la sua vita e quella del suo clan come Kerchak, Terkoz, Sabor …   Ma la sua intelligenza e curiosità sono diverse dai ‘suoi simili’: infatti, quando scopre la capanna abbandonata, approccia al sapere contenuto nei libri imparando a scrivere e leggere; inoltre, osserva e studia la praticità degli oggetti in essa contenuta tanto che quel luogo, nonostante lui sia inconsapevole di chi vi sia abitato prima di lui, diventa la ‘Casa di Tarzan’.

È proprio nella giungla che Tarzan:

  • scopre una popolazione di Cannibali dai quali si difende e protegge la sua gente
  • incontra e conosce Jane Porter: “[…] e Jane, stupita per il fatto di non avere paura, si disse che sotto tanti aspetti non s’era mai sentita tanto sicura in tutta la sua esistenza quanto si sentiva adesso tra le braccia di quella forte creatura selvaggia […]”

Tarzan, è sorpreso ma anche spaventavo dalla scoperta dell’esistenza di creature (quasi) identiche a lui. Inoltre, l’incontro con Jane scatena in lui strane sensazioni mai provate: Tarzan, sa che “[…] la legge della giungla imponeva che il maschio prendesse la compagna con la forza. Ma era giusto farsi guidare dalle leggi delle bestie? Non era forse un uomo? […]”

La ragione che vince sull’istinto fa sì che Tarzan, voglia diventare un uomo civilizzato e ci riesce grazie all’aiuto del Capitano D’Arnot, a cui lo stesso Tarzan aveva salvato la vita proprio dalla tribù di cannibali.

A proposito, Jane, suo padre e W. Cecil Clayton, attuale Lord di Greystoke, sono stati abbandonati nella giungla a seguito di un ammutinamento avvenuto sulla nave in cui viaggiavano. Il Capitano d’Arnot, è il Capitano di una nave francese che per loro significa la salvezza ed il ritorno in patria …

Chi è W. Cecil Clayton? 

Tarzan scoprirà la sua vera identità?

Un romanzo spettacolare che mi ha tenuta incollata pagina dopo pagina lasciandomi col fiato sospeso e con la voglia di continuare il racconto col suo seguito intitolato Il ritorno di Tarzan ma ho scoperto che non finisce qui …

Nel romanzo è degna di nota l’evoluzione di Tarzan, un ragazzo diventato uomo prima del tempo, sia fisicamente che mentalmente. Interessante notare come inizialmente la sua crescita come essere umano avvenga da solo: Tarzan si rende conto di avere delle capacità diverse dalla sua tribù e la curiosità lo spinge ad approfondirle: anche se non riesce a parlare, in quanto non ha modo di praticare la lingua con nessun essere umano, dai libri vede, osserva, impara e apprende a leggere e scrivere. Inoltre, si pone costantemente delle domande che lo portano a ragionare sia sulla differenza tra uomo e bestia ma anche sulla diversità caratteriali e comportamentali degli uomini, per cui non tutte le azioni sono giuste o lecite.

Il fatto che sia cresciuto in un contesto diverso da quello civilizzato non lo ha reso incapace di adattarsi ma al contrario, è stato in grado, di diventare un uomo accettato per la società del tempo. Questo ha richiesto impegno e volontà e sicuramente sacrificio e abnegazione per mettere da parte quell’esistenza precedente che lo aveva sempre caratterizzato.

Vi confesso che, nel leggere di un Tarzan civilizzato, ho provato tenerezza per lui perché è stato come denaturalizzarlo della propria natura e non accettarlo per come fosse. Può sembrare un pensiero estremo ma se lo consideriamo tenendo conto delle circostanze che hanno portato Tarzan a volersi civilizzare - ovvero Jane e anche la ricerca delle sue origini - forse si comprende meglio cosa questo cambiamento possa aver significato veramente per lui: la Scimmia Bianca, un uomo salvato e allevato  dalle scimmie (per noi come un selvaggio), dall’animo buono e giusto ma per me una riflessione fondamentale, in grado di provare le stesse emozioni e gli stessi sentimenti al pari di un uomo, anzi forse anche migliori per il rispetto inculcatogli dal suo istinto ‘animalesco’ verso la natura e tutto ciò che lo circonda (Ad esempio, Tarzan non uccide mai per divertimento ma per difendere, difendersi e nutrirsi).

Cosa ci rende veramente uomini migliori (l’abito, il titolo oppure testa e cuore)?

“Sono nato lì. Mia madre era una scimmia e naturalmente non m’ha potuto raccontare molto. Non ho mai saputo chi fosse mio padre.”

Curiosità: Tarzan, si muove all’interno della Giungla Africana con disinvoltura e libertà saltando da un albero all’altro, tra una liana e l’altra, mangiando quello che la natura gli mette a disposizione e curandosi con i rimedi naturali a portata di mano che sembrano essere veramente efficaci.

Per poter collocare geograficamente Tarzan, mi sono fatta aiutare da due indicazioni contenute nel romanzo stesso:

  • “Due mesi dopo la loro partenza dal porto […] corazzate britanniche furono mandate nell’ATLANTICO DEL SUD in cerca dei due dispersi e del loro brigantino”.
  • Kerchak, Terkoz, Kala sono GORILLA

L’ Atlantico del Sud tra i suoi bacini comprende quello dell’Angola ed è interessante che, le uniche due specie di gorilla esistenti al mondo vivano in Africa Equatoriale (la quale tra i suoi stati comprende anche l’Angola). 


 

Io non sono mai stata in Angola e voi?

Non potendoci andare personalmente mi sono concessa l’opportunità di ‘viaggiare’ in primis tramite un romanzo e poi approfittando degli strumenti tecnologici a mia disposizione scoprendo l’esistenza:

  • del Monte Moco, il monte più alto dell'Angola 


 

 

 

 

 

 

e

  • della Baia Dos Tigres


 

 

 

 

 

 

A proposito, sapete perché si chiama in questo modo?

A quanto pare non vi erano delle tigri, ma le dune che si estendono lungo l'isola, sembrano avere striature marroni e ocra proprio come fossero il manto di una tigre. Inoltre, questo in passato era stata un'isola abitata da pescatori ma poi abbandonata.

Inoltre, troviamo a:

Nord: Foresta Tropicale


 

 

 

 

 

 

 Tra gli animali menzionati nel romanzo, che vivono nella Foresta, troviamo:


 

 

 

 

 

 

Facendo una ricerca sul Gorilla, non ho fatto altro che confermare quello che già ci fa conoscere E. Rice Burroughs quando li descrive dalla corporatura enorme (mani e piedi grandi), cacciatori di cibo sia via terra che come arrampicatori e viventi in gruppi anche numerosi. Purtroppo, oggi i Gorilla sono in estensione a causa del bracconaggio, della deforestazione e dello sfruttamento illecito del loro habitat naturale (come se qualcuno entrasse in casa nostra e illegalmente si impossessasse di ciò che ci appartiene).

 

 

 

 

 

 

 

Sud: Savana 


 

 

 

 

 

 

In una scena del film d'animanizione dedicato proprio a Tarzan, il piccolo Tarzan si getta da una Cascata ... chissà se, il riferimento sia proprio alle Cascate di Kalandula (alte oltre 100 metri).


 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

E' sorprendente come un romanzo e la meravigliosa idee delle mie Compagne di Lettura di Viaggiare per il Mondo tramite i libri in tempi in cui potersi muovere non è così semplice, siano riusciti anche questa volta a portarmi oltre un confine che non avrei mai pensato. Grazie! 

Questa volta siamo arrivate sino in Africa e questo mi ha dato modo di leggere un romanzo  che tramite la sua storia può renderci persone ancora più responsabili nei confronti dell’ambiente in cui viviamo. 

Non serve andare in Africa per dimostrare se e quanto teniamo al nostro pianeta ma già coi piccoli gesti quotidiani possiamo fare la nostra parte proprio come Tarzan, che ha sempre rispettato e difeso la Giungla, casa sua. 

Dalla ferita esce sangue, ma entra saggezza.
(Proverbio dell’Angola)

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