FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERA’ (Liliana Segre)

 

FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERA’

(Liliana Segre)

 ⭐⭐⭐⭐



Acquistai questo libro alcuni mesi fa attirata dalla SPERANZA che rifulgeva dal titolo: FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERA’.

Continuavo a guardare la copertina, a rileggerne il titolo ma ancora non avevo trovato il coraggio necessario di aprirlo: avevo paura della sofferenza (ovviamente nulla in paragone a quelle vissuta dai protagonisti) che avrei avvertito ma non potevo permettere che questo, da lettrice assetata e onnivora che sono, mi paralizzasse.

Per cui, siccome desideravo contribuire anch'io al Giorno della Memoria, ho dato a me stessa quest'opportunità ed è stata un'esperienza profondamente toccante e riflessiva.

La vita di Liliana Segre, qui raccontata, è stata per me emozione e commozione: ho lasciato che le lacrime fluissero e non nascondo lo schifo che ho provato verso il genere umano in grado solo di pensare una pazzia del genere.

Ho conosciuto una Liliana Segre:

  • dall'infanzia sia spensierata che (all'improvviso) turbata
  • dai rimorsi e dai traumi causati dal Campo di Concentramento
  • dal forte spirito di sopravvivenza e dalla voglia di vivere a tutti i costi

Una DONNA, salva ‘grazie all’amore paterno’.

Infatti, ci sono stata momenti nella sua vita, che sia la memoria che il tempo hanno immortalato e ancora oggi sono così vividi nella sua mente, che leggerli, addolora ma allo stesso tempo non possono lasciare indifferente un cuore sensibile:

“Subito ci divisero, io e papà ci abbracciammo […] Tutti in riga, gli uomini da una parte e le donne e i bambini dall’altra. […] A un tratto mi girai per salutare ancora papà ma lui non c’era più, non lo vedevo più … […] Eppure istintivamente cercai di non perdermi d’animo. […]”

Mentre leggevo questi attimi tra Padre e Figlia, immaginavo e percepivo la forza di quella stretta che per loro, incerti su quello che li attendeva, sarebbe stata come uno scoglio in mezzo al mare a cui aggrapparsi durante la burrasca. È stato devastante appurare l'incertezza che da quel momento avrebbe dominato la sua vita: essere dei ‘pezzi’, esposti alla vista e alla derisione di esseri (che la mia coscienza non riesce neanche a chiamare umani) che trovavano divertente il loro macabro operato. Il loro intento era proprio creare dei 'fantasmi' ai quale togliere l’anima: l’ardua impresa era resistere e sopravvivere!

Liliana è stata una sopravvissuta ma questo non è bastato perché quel numero tatuato sulla sua pelle, che non ha mai voluto nascondere è sempre lì a ricordarle come ad un certo punto, senza un valido motivo, la sua vita si sia bruscamente interrotta, privata della spensieratezza e dell’innocenza che un’adolescente in fiore avrebbe diritto di vivere. Liliana Segre, ha combattuto per tutta una vita contro gli incubi costanti che le hanno segnato indelebilmente l'anima e tutt'ora è TESTIMONE di quello che le leggi razziali e i campi di concentramento hanno significato.

Noi oggi, grazie al coraggio di testimonianze come queste, possiamo ricordare ma anche condannare l’Inferno in terra creato proprio da un uomo bestiale in preda ai propri istinti e privo della ragione.

A tal proposito, il mese scorso, sono stata in visita alla mostra Inferno, presso le Scuderie del Quirinale a Roma.

L'Inferno, descritto da Dante nella Divina Commedia, non è solo una cantica antica ma rispecchia realtà vissute come queste: la Shoah non è stata un vero e proprio INFERNO?

Tra le opere esposte in mostra, Nein! Eleven di Jake e Dinos Chapman mi ha particolarmente colpito.




Nell'opera dei Chapman, sono raffigurati dei corpi ammassati l'uno sull'altro. Se notate attentamente, i corpi scheletrici (da alcuni emergono proprio le costole) e provati dai campi di stermino sono mischiati insieme a quelli dei soldati (i quali sono riconoscibili dalla svastica).  

“I soldati […] cercavano abiti civili e indossavano qualsiasi cosa per confondersi con noi. Noi schiave vedevamo i soldati che prima ci impartivano ordini di morte, morire di paura!”

Sono sempre più convinta che, nonostante la guerra inevitabilmente generi vincitori e vinti, davanti alla morte siamo tutti uguali!

In questo Giorno dedicato alla Memoria, sono lieta di aver arricchito la mia mente e il mio cuore con questa lettura, perché ho ribadito a me stessa che “[…] l’indifferenza fa male. È l’arma peggiore. La più potente. Perché se qualcuno ti affronta e ti vuole fare del male puoi difenderti. Ma se intorno a te c’è silenzio, come fai a difenderti?”




Titolo: FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERA'  - 200 pagine 

Autore: Liliana Segre

Editore: Pickwick

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