LA LUCE DEI FIORI DELLA NOTTE
(Anne Bragance)
⭐⭐⭐⭐
I
Coniugi Saumane, Lolly e Hugues, comunicano al loro figlio dodicenne Edgar ‘Sweetie’,
che presto la loro famiglia sarà composta da un membro in più: si chiama
Anibal, ha cinque anni, occhi e capelli neri ed è di origine india.
Sweetie,
non è entusiasta di questa notizia tanto che inizialmente si mostra quasi
ostile nei confronti di Annibal.
Inoltre,
il rapporto conflittuale con suo padre fatto solo di sguardi e di silenzi e la
superficialità di sua madre non aiutano la convivenza familiare.
“Possiamo
essere lì, davanti a un tizio seduto dietro una scrivania che ci abbaia delle
minacce, e restare calmi, ben protetti, dai nostri pensieri. […] i pensieri ci impediscono
di farci il sangue amaro […]”
L’unica
cosa che per Sweetie è veramente importante è il giardino pieno di fiori curati
da lui e da Lucas, il suo amico giardiniere, perché qui riesce a esprimersi e
sentirsi compreso:
“Ci
vuole silenzio se si vogliono ascoltare le piantine fiorite, le loro domande
timide, e capire di cosa hanno bisogno.”
Ma Anibal
comincia a stare male e Sweetie non può fare finta di nulla perché ‘può
aiutarlo, forse è l’unico a poterlo fare […]’
Fin
dove si spingerà l’amore fraterno di Sweety per suo fratello Anibal?
Anne Bragance, con il suo romanzo, ci conduce in quel giardino chiamato FAMIGLIA, in
cui ogni giorno seminiamo, coltiviamo e annaffiamo. Essere dei giardinieri è un
compito arduo perché richiede tempo, pazienza e possibilità. Inoltre, è
importante tener conto che alcune coltivazioni non per forza produrranno l’esito
sperato e minacce come vento, pioggia e tempeste sono sempre dietro l’angolo.
La
Famiglia di Sweetie in effetti sembra un giardino ben assortito perché materialmente
ha tutto; eppure, manca quel tocco che renderebbe la coltivazione più rigogliosa
e abbondante: il TEMPO per amare, per ascoltare, per dialogare … per STARE VERAMENTE
INSIEME!
Mi ha
colpito infatti, che Sweetie si rivolge ai genitori non come mamma o papà, ma li
chiama per nome come fossero degli estranei coi quali condivide solo un tetto
ma null’altro. Se non fosse per il giardino e fiori, le sue giornate sarebbero
accompagnate dalla solitudine e dalla malinconia:
“A
casa non vado a dormire prima di aver fatto la ronda. Non è un vero giro di
ispezione, è che la notte i fiori, soprattutto quelli bianchi, diffondono una
luce meravigliosa, che mi calma e mi consola del tutto”.
Per quanto
si possa possedere materialmente, questo non potrà mai sostituire o colmare il
bisogno d’amore e di certezze di cui l’animo umano ha bisogno per sentirsi
veramente vivo e coccolato.
“Dalla
mattina alla sera vede sfilare persone che devono insegnargli qualcosa. Io non
ho voglia di incitarlo, forzarlo. Se vuole […]”
Mentre
mi lasciavo trasportare nella vita di Sweetie e Anibal, non ho potuto fare a
meno di ‘ricordare un momento della mia vita in cui la smania di comprare, ricevere
possedere aveva preso il posto di un bisogno affettivo che reprimevo con tutta
me stessa. Eppure, l’appagamento era solo momentaneo perché poi la tristezza e
la solitudine tornavano a farmi visita inesorabili. Il mio bisogno di affetto non
poteva essere comprato ma bensì manifestato. Metabolizzare questo è stato
difficile perché ho dovuto abbattere delle barriere che la mia mente erroneamente
aveva costruito ma lo sforzo ne è valso la pena: ho scoperto il vero valore delle
persone per me care e valorizzato i loro sentimenti.
Oggi,
quello che per me conta di più è svegliarmi e sapere che la mia vita è fatta di
loro, del loro essere ed esistere: sono la mia presenza costante e la mia forza
motivante, sono la spalla su cui posso contare e le orecchie pronte ad ascoltarmi.
Questo mi ha permesso di sentirmi veramente realizzata, di trovare più
sicurezza in me stessa e soprattutto la consapevolezza che il mio valore come
quello altrui viene dal di dentro di noi stessi.
- Se viviamo in una famiglia allargata
- Se siamo giovani e/o adolescenti e ci sentiamo soli e incompresi dai nostri genitori
- Se viviamo un momento familiare che ci sta attanagliando e non sappiamo come affrontarlo
Questa
lettura potrebbe fare al caso Nostro!
Ringrazio
la Casa Editrice Salani, per avermi dato l’opportunità di conoscere Sweetie e
Anibal. Il tempo dedicato a questa lettura è stato veramente profittevole: non
è scontato ricordare a Noi Stessi il significato e l’importanza della FAMIGLIA.
In un mondo basato solo sull’apparenza, questa lettura ci ricorda cosa conti
davvero, cosa sia veramente importante e lo fa con gli occhi innocenti ma l’intelligenza
di un giovane che in una situazione non prevista e non gradita trova l’occasione
per diventare una persona migliore.
Buona
Lettura!
Autore: Anne Bragance
Editore: Salani
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Credo che purtroppo l’abitudine a ricorrere a cose materiali come surrogati dell’affetto reale sia una tendenza troppo diffusa oggi (quante volte anche noi ci nascondiamo dietro all’acquisto compulsivo dei libri?😉) ma, mentre gli adulti hanno la possibilità di scegliere, i bambini cresciuti con questi insegnamenti li fanno diventare i loro valori.
RispondiEliminaNon tutti sono come il piccolo Sweetie capaci di una tale maturità da cercare altrove, purtroppo.
Sono assolutamente d'accordo! Anche io sono vittima ma allo stesso tempo 'complice' di questo sistema materiale e accettare il problema, ovvero capire che dietro l'acquisto compulsivo si nasconde un bisogno e un'esigenza emotiva, mi ha messa proprio a nudo! Quando hai citato l'acquisto compulsivo di libri ho rivisto me stessa: quando acquisto o ricevo un libro (soprattutto un titolo desiderato) mi sento emotivamente appagata ... Sarà giusto? Sarà sbagliato? Chissà, però mi sento CAPITA!
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