VA’, METTI UNA SENTINELLA
(Harper Lee)
⭐⭐⭐⭐⭐
La
giovane Scout, figlia di Atticus Finch, è cresciuta: è una donna che sembra
indipendente, sicura di sé e delle proprie idee. Ora vive a New York e per alcuni
giorni, durante le vacanze estive, ritorna a casa sua a Maycomb, in Alabama,
dove suo padre Atticus è invecchiato, combatte contro una ‘malattia
invalidante’ ed è sua sorella Alexandra a prendersi cura di lui.
“[…]
Quando è in questo stato, Miss Alexandra deve allacciargli le scarpe e
abbottonargli la camicia. […]
Jean
Louise […] era troppo giovane per accettare l’invalidante malattia del padre
senza opporre un po' di resistenza. […]”
A
Maycomb, Jean Louise, si rende conto che, per quanto certi cliché sociali
(quali ad esempio l’abbigliarsi, il maritarsi e con chi, il pettegolezzo
femminile etc.) siano rimasti invariati, qualcosa è cambiato ma non riesce a
cogliere chi, come, perché e per una donna come lei, che ha sempre poggiato la
propria esistenza su sicurezze e certezze indiscutibili, brancolare nel buio la
rende nervosa, agita e irritata tanto che non può fare a meno di non
assecondare la propria curiosità …
… e se
le colonne portanti della sua vita – suo padre – all’improvviso, si sgretolassero,
minando la sua stabilità emotiva?
“[…] e
con tutto il cuore l’aveva tradita pubblicamente, volgarmente e spudoratamente.”
Se IL BUIO OLTRE LA SIEPE ha parlato direttamente al mio cuore e alla mia coscienza,
VA’, METTI UNA SENTINELLA, ha creato un forte legame empatico e comprensivo tra
Me e Scout, incitando e sollecitando tantissime riflessioni introspettive ed
emotive che in questa fase della mia vita ritengo fondamentali.
Poco
dopo aver finito di leggere il romanzo, ho scritto un messaggio ad una mia Cara
Amica in cui le dicevo proprio di come la storia mi abbia convolta a un punto
tale da sentirmi persino piacevolmente ‘scioccata’.
È
stato quasi inconcepibile prendere consapevolezza della delusione affrontata da
Scout: persino per me è stata un’amara ‘sorpresa’ che non avrei mai creduto
possibile. Di fronte l’evidenza non ho potuto impedire alla mia testa di
ricordarmi quello che anche io ho imparato a mie spese:
- ognuno pensa e agisce secondo il proprio punto di vista
- per essere noi stessi non possiamo dipendere dal pensiero e/o dalle azioni altrui
Scout,
tra i suoi flashback, le paturnie mentali della zia, l’intermediazione dello
zio Jack e il rapporto vicino ma lontano con Atticus che vive nel suo presente,
è necessariamente costretta a crescere ovvero a vedere il mondo per quello che
è realmente e non come lei lo ha idealizzato: non è sbagliato avere degli
ideali (nel caso di Scout sono l’uguaglianza e le pari opportunità tra bianchi
e neri) e lottare per questi quanto invece imporre a tutti i costi il proprio
pensiero e il proprio modo d’agire condannando chi la pensa diversamente da noi
senza dargli alcuna possibilità di replica o difesa.
“L’isola
di ogni uomo, Jean Louise, la sentinella di ognuno di noi, è la sua coscienza.
[…] anche se sei nata con la tua coscienza, a un certo punto l’hai incollata
[…] a quella di tuo padre. […] hai confuso tuo padre con Dio. Non l’hai mai
visto come un uomo […] Tu eri emotivamente invalida […] dando per certo che le
tue risposte sarebbero sempre state le sue.”
Non ho
potuto esimermi dal sentirmi proprio come Jean Louise perchè anche io nella mia
testa avevo l’abitudine di idealizzare le persone come fossero la mia ancora di
salvezza, il mio porto sicuro ma quando è giunta la delusione, che col tempo ho
capito essere un sentimento ‘normale’ e umano, accettarla non era contemplato
piuttosto ho preferito ‘scappare’ onde evitare la paura di affrontarla.
“[…]
Non ho mai pensato di guardare nel cuore della gente, la guardavo solo in
faccia. […] Ho bisogno di una sentinella che mi dica […]”
Da
allora ad oggi ho fatto e sto facendo un lavoro su me stessa che, pur causando
alti e bassi, mi ha portato a rivalutarmi e rivalutare gli altri nel giusto
modo. Siamo Esseri Umani, non Supereroi, ma non per questo impotenti. Le nostre
imperfezioni, debolezze, incertezze e paure sono come un masso di roccia che
incontriamo lungo il nostro cammino:
- possiamo fare dietro front davanti l’ostacolo
oppure
- possiamo usarlo per elevarci e trovare un’altra soluzione senza arrenderci
“Quando
hai smesso di correre […] e ti sei voltata indietro, per farlo ci voleva
coraggio. […] Certe volte dobbiamo uccidere un po' per poter vivere […]”
Harper
Lee sfata un Mito da lei stessa creato e lo fa con onestà presentandoci degli
Esseri Umani che, proprio perché tali, vivono momenti di confusione e
destabilizzazione. Questa sincerità mi ha emozionata e commossa, motivandomi ad
essere più indulgente, paziente e mite nei confronti altrui perché anche io non
sono una persona facile da sopportare (anzi come Scout sono petulante e
testarda).
VA’,
METTI UNA SENTINELLA è un invito a salvaguardare e proteggere in primis Se
Stessi, analizzandoci e migliorandoci ove necessario. Per quanto mi riguarda:
- mi sforzerò di affrontare le situazioni che mi si presenteranno da più angolazioni
- renderò più flessibile il mio punto di vista ove possibile ma senza scendere a compromessi spiegando con tatto e garbo le mie motivazioni ma accettando anche le opinioni altrui.
Son certa
che questo non farà altro che semplificare e migliorare la Mia Vita, proprio
come Scout!
“[…]
Quante cose ho imparato. Non volevo che il mio mondo fosse messo a soqquadro ma
volevo schiacciare l’uomo che cerca di preservarlo per me. […] Credo che sia
come un aereo […] insieme facciamo volare la baracca. […] è questione di equilibro
[…]
Autrice: Harper Lee
Editore: Feltrinelli
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