VA’, METTI UNA SENTINELLA (Harper Lee)

 

VA’, METTI UNA SENTINELLA

(Harper Lee)



La giovane Scout, figlia di Atticus Finch, è cresciuta: è una donna che sembra indipendente, sicura di sé e delle proprie idee. Ora vive a New York e per alcuni giorni, durante le vacanze estive, ritorna a casa sua a Maycomb, in Alabama, dove suo padre Atticus è invecchiato, combatte contro una ‘malattia invalidante’ ed è sua sorella Alexandra a prendersi cura di lui.

“[…] Quando è in questo stato, Miss Alexandra deve allacciargli le scarpe e abbottonargli la camicia. […]

Jean Louise […] era troppo giovane per accettare l’invalidante malattia del padre senza opporre un po' di resistenza. […]”

A Maycomb, Jean Louise, si rende conto che, per quanto certi cliché sociali (quali ad esempio l’abbigliarsi, il maritarsi e con chi, il pettegolezzo femminile etc.) siano rimasti invariati, qualcosa è cambiato ma non riesce a cogliere chi, come, perché e per una donna come lei, che ha sempre poggiato la propria esistenza su sicurezze e certezze indiscutibili, brancolare nel buio la rende nervosa, agita e irritata tanto che non può fare a meno di non assecondare la propria curiosità …

… e se le colonne portanti della sua vita – suo padre – all’improvviso, si sgretolassero, minando la sua stabilità emotiva?

“[…] e con tutto il cuore l’aveva tradita pubblicamente, volgarmente e spudoratamente.”

Se IL BUIO OLTRE LA SIEPE ha parlato direttamente al mio cuore e alla mia coscienza, VA’, METTI UNA SENTINELLA, ha creato un forte legame empatico e comprensivo tra Me e Scout, incitando e sollecitando tantissime riflessioni introspettive ed emotive che in questa fase della mia vita ritengo fondamentali.

Poco dopo aver finito di leggere il romanzo, ho scritto un messaggio ad una mia Cara Amica in cui le dicevo proprio di come la storia mi abbia convolta a un punto tale da sentirmi persino piacevolmente ‘scioccata’.

È stato quasi inconcepibile prendere consapevolezza della delusione affrontata da Scout: persino per me è stata un’amara ‘sorpresa’ che non avrei mai creduto possibile. Di fronte l’evidenza non ho potuto impedire alla mia testa di ricordarmi quello che anche io ho imparato a mie spese:

  •  ognuno pensa e agisce secondo il proprio punto di vista
  • per essere noi stessi non possiamo dipendere dal pensiero e/o dalle azioni altrui

Scout, tra i suoi flashback, le paturnie mentali della zia, l’intermediazione dello zio Jack e il rapporto vicino ma lontano con Atticus che vive nel suo presente, è necessariamente costretta a crescere ovvero a vedere il mondo per quello che è realmente e non come lei lo ha idealizzato: non è sbagliato avere degli ideali (nel caso di Scout sono l’uguaglianza e le pari opportunità tra bianchi e neri) e lottare per questi quanto invece imporre a tutti i costi il proprio pensiero e il proprio modo d’agire condannando chi la pensa diversamente da noi senza dargli alcuna possibilità di replica o difesa.

“L’isola di ogni uomo, Jean Louise, la sentinella di ognuno di noi, è la sua coscienza. […] anche se sei nata con la tua coscienza, a un certo punto l’hai incollata […] a quella di tuo padre. […] hai confuso tuo padre con Dio. Non l’hai mai visto come un uomo […] Tu eri emotivamente invalida […] dando per certo che le tue risposte sarebbero sempre state le sue.”

Non ho potuto esimermi dal sentirmi proprio come Jean Louise perchè anche io nella mia testa avevo l’abitudine di idealizzare le persone come fossero la mia ancora di salvezza, il mio porto sicuro ma quando è giunta la delusione, che col tempo ho capito essere un sentimento ‘normale’ e umano, accettarla non era contemplato piuttosto ho preferito ‘scappare’ onde evitare la paura di affrontarla.

“[…] Non ho mai pensato di guardare nel cuore della gente, la guardavo solo in faccia. […] Ho bisogno di una sentinella che mi dica […]”

Da allora ad oggi ho fatto e sto facendo un lavoro su me stessa che, pur causando alti e bassi, mi ha portato a rivalutarmi e rivalutare gli altri nel giusto modo. Siamo Esseri Umani, non Supereroi, ma non per questo impotenti. Le nostre imperfezioni, debolezze, incertezze e paure sono come un masso di roccia che incontriamo lungo il nostro cammino:

  • possiamo fare dietro front davanti l’ostacolo

oppure

  • possiamo usarlo per elevarci e trovare un’altra soluzione senza arrenderci

“Quando hai smesso di correre […] e ti sei voltata indietro, per farlo ci voleva coraggio. […] Certe volte dobbiamo uccidere un po' per poter vivere […]”

Harper Lee sfata un Mito da lei stessa creato e lo fa con onestà presentandoci degli Esseri Umani che, proprio perché tali, vivono momenti di confusione e destabilizzazione. Questa sincerità mi ha emozionata e commossa, motivandomi ad essere più indulgente, paziente e mite nei confronti altrui perché anche io non sono una persona facile da sopportare (anzi come Scout sono petulante e testarda).

VA’, METTI UNA SENTINELLA è un invito a salvaguardare e proteggere in primis Se Stessi, analizzandoci e migliorandoci ove necessario. Per quanto mi riguarda:

  • mi sforzerò di affrontare le situazioni che mi si presenteranno da più angolazioni
  • renderò più flessibile il mio punto di vista ove possibile ma senza scendere a compromessi spiegando con tatto e garbo le mie motivazioni ma accettando anche le opinioni altrui.

Son certa che questo non farà altro che semplificare e migliorare la Mia Vita, proprio come Scout!

“[…] Quante cose ho imparato. Non volevo che il mio mondo fosse messo a soqquadro ma volevo schiacciare l’uomo che cerca di preservarlo per me. […] Credo che sia come un aereo […] insieme facciamo volare la baracca. […] è questione di equilibro […]

 

 Titolo:  VA', METTI UNA SENTINELLA -  272 pagine 

Autrice: Harper Lee

Editore: Feltrinelli

#vamettiunasentinella #harperlee #feltrinelli #buiooltrelasiepe #letturapertutti  #books #bookblogger #bookblog #bookstagram #bookstagramitalia #booklover #bookcommunity #booklove #bookreview #recensioni #reading #reader #read #leggere#libridaleggere #libriconsigliati #librichepassione #writer

Commenti