HEIDI
(Johanna Spyri)
⭐⭐⭐⭐⭐
Ci sono momenti nella mia vita in cui ho un disperato bisogno di spensieratezza.
Quando ho questa necessità, sono solita aprire la finestra e guardare il
panorama che mi si offre davanti che devo ammettere, pur vivendo in città, non
è poi così male perché riesco a vedere dei monti che sembrano quasi toccare il
cielo.
È
stata proprio questa la circostanza in cui senza neanche pensarci ho preso tra
le mani un libro dalla mia libreria che ancora non avevo letto ma sapevo mi
avrebbe donato quel momento di libertà mentale che tanto agognavo.
Mi
sono così ritrovata nei pressi di Maienfeld, dove la piccola Heidi, viene
‘accompagnata’ dalla zia Dete, presso il Nonno.
Heidi
purtroppo è rimasta orfana e siccome la zia Dete non vuole rinunciare ad un
remunerativo incarico di lavoro, la giovane dovrà stare con il Nonno che tra
l’altro ancora non aveva conosciuto.
La
permanenza presso il nonno, meglio conosciuto come ‘Zio dell’Alpe’, si rivela
invece costruttiva e soddisfacente per entrambi. Infatti, Heidi che apprezza
tantissimo la vita di montagna e non fatica assolutamente ad abituarsi, fa
amicizia con Peter, un giovane pastorello, e con la Mamma e la Nonna di Lui.
Inoltre, il carisma, l’ottimismo e la positività della bambina ridonano la vita
al Nonno, il quale viveva ancorato ai propri rimorsi che però, la nipotina, fa
(quasi) assolvere e scomparire.
Ma non
sempre il sorgere del sole garantisce una quieta giornata, anzi, è proprio il
vento a definire se ci sarà buono o cattivo tempo e si sa, la quiete non è infinita:
Dete ritorna per portare via Heidi presso una famiglia di Francoforte.
La
Famiglia Sesemann in realtà è composta dalla Giovane Clara, dal suo papà e
dalla Signorina Rottenmeier (oltre che la servitù): Heidi, anche se ammessa
come dama di compagnia per Clara, in realtà vivrà una vita accogliente e
‘privilegiata’ (stesso tenore di vita, stessa istruzione etc.).
Heidi,
si affeziona quasi subito a Clara, alla Nonna della giovane e a tutti coloro
che a loro volta, non posso fare a meno di volerle bene; ma quello che proprio
non riesce a sentire sua è la città in cui vive e, la mancanza di casa sua –
suo Nonno, Peter, Fiocco di Neve – è così radicata in lei che si ammala.
Di
fronte il suo precario stato di salute che neanche le medicine possono curare c’è
solo una soluzione: riportarla a casa!
Il ritorno di Heidi porterà con sé sorpresa, euforia ma anche tanta paura di perderla di nuovo ...
Riuscirà Heidi a gestire sé stessa e le sue emozioni ora così forti e contrastanti?
Un
romanzo che a ragione è definito di formazione ma che per me è un vero tesoro
da scoprire, esaminare e conservare in uno scrigno personale per quanto è
prezioso!
Come
ho potuto aspettare così tanto tempo per leggerlo?
Ancora
me lo chiedo ed è proprio per questo che, visto il mio procrastinare, sono qui
a raccontarvi non solo un romanzo ma a esprimervi (o meglio ci provo) tutto
quello che ha saputo donarmi e che ancora, a distanza di giorni, ha lasciato
impresso nella mia mente e nel mio cuore.
Il mio
ricordo legato ad Heidi, come penso per molti di Voi, è la nota serie TV a
cartoni animati la quale però, ha dispetto del romanzo, non mi ha mai fatto
legare con lei. Quando invece ho iniziato la lettura dell’autentico e
inesorabile ‘originale’, nonostante fossi prevenuta, sono bastati i primi
capitoli, per affezionarmici perché non è una fanciulla fuori dal comune come
invece è sempre sembrata, ma al contrario, incarna proprio l’essenza del
bambino e della bambina stessi ovvero la voglia di vivere, sorridere e
scherzare che è innata in loro e fa parte di quell’ingenuità e innocenza che
meravigliosamente caratterizza l’età infantile e che, credo, dovrebbe
accompagnarci anche quando diventiamo adulti.
È una
bambina che ama correre sui prati e stare all’aperto proprio perché è tramite
la sua sensorialità che può scoprire e far parte del mondo che la circonda. È
anche irruenta e impulsiva: ad esempio, anche se inconsciamente, non si rende
conto della gelosia che Peter nutre nei confronti dell’amicizia che lei ha con
Clara o dell’ansia che la paura di perderla ancora provoca nelle persone a lei
care.
Un
personaggio che invece, non ho tollerato dall’inizio, è stata proprio Dete, la
zia di Heidi: la mia antipatia non è dovuta al fatto che riteneva opportuno
pensare alla propria vita quanto invece all’approccio ‘asfissiante’ e per
niente pratico (si pensi a come aveva vestito la piccola Heidi e alle sue
reazioni e convinzioni) nei confronti della giovane. Non si nasce genitori, ci
si diventa ed è necessario considerare anche che, ci sono situazioni in cui non
lo si sceglie e ci si trova a prendersi cura di un bambino o una bambina per
cause di forza maggiori. Tuttavia, questo non può giustificare il trasloco di
un giovane da una parte all’altra fatto come se l’Essere Umano fosse merce di
scambio e nient’altro (Heidi è questo per Dete, tanto che all’improvviso decide
di portarla a Francoforte con la scusa che sarebbe stata meglio: ma si è presa
il tempo per parlarne con la nipote? No! Evidentemente perchè non era il parere
che le interessava), privo di tatto e sensibilità, senza tener conto
dell’opinione e dei sentimenti altrui.
Mi
sento invece solidale con la Signorina Rottenmeier che, sicuramente ha dei modi
discutibili, ma comunque, non è esente da sorprese, scherzi e capricci da parte
sia di Heidi che di Clara (si pensi a quanto succede coi gattini).
Il racconto di Heidi
apre gli occhi verso una veduta fatta non solo di montagne, pascoli e baite ma anche
di riflessioni e sogni. È una corsa su un prato fiorito in primavera e una
camminata tra la neve per andare a trovare la Nonna in cui, quello che rende la
vita veramente unica e meravigliosa, non è solo saper leggere e scrivere,
ma la semplicità di quei piccoli gesti che nella loro autenticità sanno riempire
e scaldare il cuore anche quando non si ha molto da mangiare e fuori è freddo.
È la sincerità e la genuinità dei nostri sentimenti che risiede in quel luogo
che noi chiamiamo casa ma non è fatto di ricchezze e cose materiali quanto
invece di coccole e AMORE!
“Vedi,
il buon Dio è il un padre amorevole per tutti noi, e sa sempre cos ’è bene per
noi, quando noi non lo sappiamo. Se […] continuiamo a pregarlo con il cuore e
non perdiamo la fiducia in Lui allontanandoci immediatamente, Lui ci riserva
qualcosa di meglio. […]”
Autrice: Johanna Spyri
Editore: Crescere
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