IL PRIGIONIERO DEL CIELO
(Carlos Ruiz Zafón)
⭐⭐⭐⭐⭐
1957 -
1960
Dal
passato, torniamo al presente: Daniel, ora marito e padre, è alle prese con la
Libreria di famiglia mentre il suo amico Fermín è prossimo al matrimonio.
Dalla
porta della libreria, però, entra una persona sospetta che, acquista un ‘esemplare
del Conte di Montecristo’ per un regalo destinato proprio al suo amico Fermín.
Fermín,
il quale ha già un’identità inesistente che rischia di compromettere persino il
suo matrimonio imminente, sarà il centro della vicenda da cui Daniel non potrà
estraniarsi sia per amicizia ma anche perché ciò che coinvolge il suo amico, lo
riguarda personalmente.
Non mi
aspettavo questo colpo di scena: Fermín che conosce in prima persona IL
PRIGIONIERO DEL CIELO ovvero David Martin!
“Con
il passare dei mesi, il dottor Sanahuja finì per affezionarsi a Martin e un
giorno […] raccontò a Fermin quanto sapeva della storia di quell’uomo che
qualcuno, scherzando sui suoi vaneggiamenti e sulla sua condizione di lunatico
ufficiale del carcere, aveva soprannominato “il Prigioniero del Cielo.”
… Alcuni
tasselli finalmente trovano il loro posto …
- Nel secondo volume, IL GIOCO DELL’ANGELO, David scrive: “Sono passati quindici lunghi anno dalla notte in cui fuggii per sempre dalla città dei maledetti. […] Ho avuto cento nomi e altrettanti mestieri […] Nei miei anni di pellegrinaggio ho visto l’inferno promesso nelle pagine scritte per il principale acquistare vita al mio passaggio […]” – Chissà se quello che si scopre di David riguardo sua prigionia presso la fortezza di Montjuic e la sua pazzia, trovino in quest’espressione un loro significato.
- Isabella, la mamma di Daniel, viene nel primo volume citata e nel secondo invece è protagonista anch’essa della storia. Quello che il lettore sa, è che Isabella muore precocemente a causa del colera. Eppure, nel Prigioniero del Cielo ci viene fornito un dettaglio interessante: “Isabella gli rivolse uno sguardo vitreo. Valls notò che le sue pupille si dilatavano lentamente e una pellicola di sudore le affiorava sopra le labbra.” Cosa si cela veramente dietro la morte di Isabella?
- L’incontro di Fermín con la Famiglia Sempere conosciuta tramite David Martin nella Fortezza Montjuic non è del tutto casuale: “Isabella e il marito gestiscono una libreria, un posto che per me ha sempre avuto un significato particolare fin da quando ero bambino. Il signor direttore mi ha detto che, se non facevo ciò che mi chiedeva, li avrebbe fatti accusare […] in modo da espropriare il negozio e farli imprigionare entrambi, togliendo loro il figlio […] Questa non è la sua guerra. È la mia. È quello che mi merito per ciò che ho fatto.”
Mi sono lasciata trasportare dalle pagine del Prigioniero del Cielo, a un punto tale che il tempo per me sembrava essersi fermato. È stato solo quando ho letto la parola Epilogo che ho preso veramente coscienza di quanto mi sentissi coinvolta e partecipe in questa storia. Il mio stupore quando ho letto che era proprio David Martin, il menzionato Prigioniero del Cielo è stato tale che ho inviato un messaggio alla mia cara amica (la quale già conosce il libro) in cui le ho scritto testuali parole: ‘Non ci posso credere!”
Pensare che il ‘maledetto’
David Martin, avesse alle spalle una prigionia come questa in cui è considerato
pazzo perché “[…] discuteva con qualcuno a cui si riferiva come signor Corelli
e che, stando al contenuto di quegli scambi, sembrava un personaggio parecchio
sinistro” ma di cui noi sappiamo la verità, per me ne avvalora la presenza e l’esistenza.
Infatti, David Martin, durante la prigionia, inizia a scrivere un libro che s’intitola
proprio IL GIOCO DELL’ANGELO, considerato come ‘una lettera scritta a sé stesso
per sapere chi è …’ eppure è proprio in quest’opera che inserisce un messaggio
per il giovane Daniel. In questa lettera, c’è una frase che mi ha colpito e che
voglio condividere: “[…] Tua madre non
avrebbe voluto per te una vita come la mia, a nessun prezzo. […] E se un
giorno, inginocchiato di fronte alla sua tomba, sentirai il fuoco della rabbia
che tenta di impadronirsi di te, ricorda che nella mia storia, così come nella
tua, c’è stato un angelo che possiede tutte le risposte.”
La
vita merita di essere vissuta ma senza catene che possano privarci della libertà
di goderne appieno. Non si può essere prigionieri del rancore, dell’ira e della
rabbia: sono emozioni lecite che però, se incontrollate, possono privarci della
pace interiore rendendoci le persone che in realtà non siamo. Mi tocca particolarmente
questa veduta della vita perché, essendo una persona impulsiva, mi arrabbio
facilmente e divento permalosa. Ci sono situazioni in cui lo sono a ragione
però questi stati d’animo mi rendono una ‘prigioniera del cielo’ proprio come
David, ovvero emotivamente in bilico e in colpa con me stessa per non aver nemmeno
tentato un approccio quieto e pacifico. Sono però consapevole di voler
migliorare, liberandomi dalle catene del mio caratteraccio per poter librare
alto il mio sguardo verso il cielo attendendo pazientemente il tempo e il
momento giusti sia per parlare e agire ma sempre con tatto e garbo.
“[…]
la sua storia non è finita. È appena iniziata.”
Titolo: IL PRIGIONIERO DE CIELO - 360 pagine
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Editore: Mondadori
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