L’OMBRA DEL VENTO
(Carlos Ruiz Zafón)
⭐⭐⭐⭐⭐
Daniel
Sempere ha 11 anni quando suo padre, lo conduce al Cimitero dei Libri
Dimenticati: ‘un luogo, un mistero in cui ogni libro possiede un’anima, l’anima
di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi
ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni
volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista
forza. […]’
In
questo labirinto di ‘libri perduti nel tempo’ è proprio L’OMBRA DEL VENTO di
Julian Carax il libro che acquista un ‘nuovo spirito’ e diventa ‘il miglior
amico’ di Daniel.
È
proprio la lettura di questo libro che porterà Daniel a volerne sapere sempre
di più su Julian Carax e questa curiosità lo porterà a scoprire un mistero, la
cui storia è molto vicina alla vita dello stesso Daniel.
Lessi
l’Ombra del Vento lo scorso anno ed ho deciso ora di recensirlo perché tra i
propostiti che mi sono prefissa come lettrice c’è proprio quello di concludere
alcune saghe iniziate di cui ho i volumi cartacei custoditi gelosamente nella
mia libreria. Di fronte un tale
capolavoro non ho potuto fare a meno di dedicargli una sezione apposita
partendo proprio dall’origine, da quando questo romanzo mi fu consigliato e lo
iniziai scettica, ricredendomi poco dopo.
Una
lettura che a distanza di un anno ancora ricordo anche nella sua trama
intrigante dove il presente incontra il passato, dove ogni personaggio trova
poi una propria collocazione.
Mi ha
accattivato tantissimo la concezione del libro come ANIMA o principio vitale
dell’uomo stesso: leggevo il romanzo di C. R. Zafón e allo stesso tempo leggevo lo scritto di J. Carax ed io ero
lì, che con gli occhi, con la mente e con il cuore viaggiavo tra un luogo e un
altro, tra emozioni e sentimenti e assistevo purtroppo impotente all’evolversi
dei fatti che prendevano una forma più nitida anche se spesso amara.
Sentivo
su me stessa l’ardere delle fiamme di cui tanto necessitava un personaggio
dell’Ombra del Vento di J. Carax che sembra aver preso vita nella realtà ovvero
Lain Coubert. Quella voglia
irrefrenabile di incenerire qualunque traccia della propria esistenza, di ciò
che si è stato senza pensare che invece è proprio dalle ceneri ovvero da quel
rimpianto, rimorso e dolore che si può rinascere e andare avanti.
Ora quando sento il vento sfiorarmi i
capelli, alzo lo sguardo e mi guardo intorno come se il ricordo di Julian Carax
si presentasse di persona ma sotto la sua maschera mi ostino a non vedere semplicemente
resa e sofferenza ma anche accettazione e perdono di sé stesso. Tutti abbiamo
un’ombra volente o nolente che forse oscura il nostro essere ed esistere ma sta
a noi camminarci insieme, conviverci e non permetterle di prendere il
sopravvento anche di fronte le situazioni che non possiamo controllare. Se da soli non ci riusciamo, affidiamoci an
un’amicizia come Daniel, che sa capire, aiutare e ‘ridare la vita’ a un volto
incompreso e una voce silenziosa.
Mentre
proseguo la lettura di questa saga strepitosa, sto ricostruendo nella mia testa alcuni personaggi
chiave qui presentati come Daniel e Fermín: nulla è a caso ma ogni incontro
che sia con un luogo (il Cimitero dei Libri Dimenticati), con un libro (L’Ombra
del Vento di J. Carax), con una persona (Fermín) e in un contesto specifico (la
Libreria Sempere) ha un suo perché che non sarà chiaro all’inizio (almeno non
fermandosi al primo volume) ma troverà risposte, porrà altre domande e forse ci
darà un puzzle completo solo alla fine, dove veramente quello che è stato
impatta il presente e deciderà anche il futuro.
“Questa città è magica, Daniel. Ti entra nel sangue e ti ruba l’anima."
Titolo: L'OMBRA DEL VENTO - 420 pagine
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Editore: Mondadori
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