LA BELLA STORIA DI SILAS MARNER (George Eliot)

 LA BELLA STORIA DI SILAS MARNER

(George Eliot)

 ⭐⭐⭐⭐⭐

Silas Marner è un tessitore che a causa di false accuse è costretto a lasciare la sua città trasferendosi a Raveloe dove opta per una vita solitaria e dedita solamente a lavoro.

 La sua vita però subisce una svolta, quando nella sua dimora giunge una bambina infreddolita, spaesata e spaventata in cerca d’aiuto per la sua mamma. Rimasta orfana, viene adottata da Silas che, impietosito, decide di assumersi la responsabilità di  una figlia da crescere ed educare, la piccola Eppie.

 Ma chi è veramente Eppie?

Perché questo riguarda e coinvolge lo stesso Silas Marner?

 Non avevo mai letto nulla della scrittrice George Eliot e purtroppo non conosco molto della sua vita ma se è vero che da un romanzo possiamo scoprire tantissimo della sua autrice, allora ho l’impressione di aver scoperto una donna semplice, diretta, pratica e sensibilissima. 

 Confesso che i romanzi scritti nell’800 un po' mi spaventano e questo perché gli studi superiori di lingua inglese dedicati ad esempio, alle Sorelle Bronte mi hanno traumatizzato. Non mi vergogno a dire che non sono una fan di Emily Bronte e delle sue Cime Tempestose oppure di Charlotte Bronte e della sua Jane Eyre, in quanto non hanno fatto altro che rendermi sempre inquieta. Eppure, La bella storia di Silas Marner, è l’eccezione che conferma la regola, perchè nel caso specifico, mi sono trovata di fronte una narrazione per me  tenera e affettuosa adatta al mio carattere fortemente emotivo e sentimentale.

 Per quanto Silas a prima vista non sembri simpatico (anzi, assomiglia a Scrooge per alcuni versi), non ho faticato ad entrare in empatia con lui: mi sono immedesimata nella sua solitudine, in quel senso di abbandono quando nessuno è disposto a crederti o aiutarti, a vivere una vita col dubbio e il perché ti sia successa un’ingiustizia! Un concetto alquanto attuale, non trovate?

 Inoltre, per me è stato impossibile non commuovermi di fronte le sue paure di padre (adottivo) sul come educare la sua Eppie, come parlare a una bambina, poi adolescente e improvvisamente donna che accenna al matrimonio. Insomma, situazioni e sensazioni che oltre lo scorrere delle pagine e il tempo in cui sono state raccontate, non sono poi così lontane dalle preoccupazioni odierne (in particolar modo dei genitori).

 Il signor Godfrey e sua moglie Nancy invece, sono una coppia alquanto discutibile: per quanto Nancy si sia sempre manifestata ‘perfetta’ per le convenzioni sociali dell’epoca, dal mio punto di vista, a seguito della confessione del marito e da quanto ne è conseguito, l’ho percepita (pateticamente) sentimentalista ma non sentimentale. Ho ritenuto meschino manipolare mentalmente Silas facendo leva sulle differenti possibilità materiali e sociali (ricchezza e povertà) pur di riottenere un diritto a cui si era volutamente rinunciato. Il senso di colpa non dovrebbe forse spingere la persona interessata ad agire volontariamente a favore ma per il bene e col cuore verso l’altra persona?

Tramite la storia di Silas Marner, George Eliot mi ha permesso non solo di scoprire un classico per me sconosciuto ma anche di entusiasmarmi durante la lettura permettendomi di indagare, come mio solito, la mente e l’indole umane, arricchendole di idee, riflessioni e domande che lo hanno reso attuale e pratico per i tempi in cui viviamo:

  • l’abbandono di un figlio non è per forza un lasciarlo in ospedale, in un cassonetto o da qualche parte appena nato ma può manifestarsi quando di fronte la difficile comunicazione dovuta all’età o ad altre problematiche, si opta per il silenzio e l’assenso piuttosto che per il confronto
  •  il servilismo invece, potrebbe creare una dipendenza dal pensiero altrui, accantonando la nostra capacità di giudizio, accettando anche compromessi che invece potrebbero turbarci

 Se ci guardiamo intorno, non siamo forse circondati da quel muto consenso dovuto dalla dipendenza che abbiamo ad esempio dai social o da programmi che apparentemente ci fanno ridere ma poi, noi stessi consideriamo diseducativi?

 Sono certa che G. Eliot sarebbe esterrefatta se potesse vedere coi suoi occhi l’attualità del suo romanzo. Il suo manoscritto è sopravvissuto sino ad oggi e abbiamo l’opportunità di leggerlo persino tradotto in lingua italiana. Come una canzone che ha fatto storia e ritrova vita negli anni tramite le cover che ne vengono prodotte, lo stesso è per Silas Marner, il quale, se noi glielo permetteremo, continuerà a sopravvivere immortale nel tempo.

“[…] non troverei più niente da amare nella vita se fossi costretta a lasciar mio padre e sapessi che è a casa, che pensa a me e si sente solo. Siamo abituati a essere felici insieme, tutti i giorni, e non posso pensare che esista felicità senza di lui. E lui dice che non aveva nessuno al mondo fin quando non gli sono stata mandata io e non avrebbe nessuno se io me ne andassi. Ha avuto cura di me e mi ha voluto bene subito, e io starò con lui sino alla fine, e nessuno potrà mai venire a mettersi fra lui e me.”

Titolo:  LA BELLA STORIA DI SILAS MARNER-  280  pagine 

Autrice: George Eliot

Editore: Bur 

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