SAVAGE (Debora C. Tepes)

 

SAVAGE

(Debora C. Tepes)

⭐⭐⭐



“Scappare non è mai una scelta facile. Sai da cosa fuggi, ma ciò che troverai resta un’incognita.”

Ophelia Dawson, è una giovane donna che, costretta per anni a subire le violenze psicologiche e fisiche del marito, Brad Thompson (Sindaco di Sacramento), vuole tentare la salvezza e l’unico modo per farlo è scappare.

Come destinazione decide di recarsi sulle Isole Fiji: quando arriva a destinazione si sente sola, spaesata e rimettersi in piedi dopo tutto quello che ha subito è veramente arduo. Ma sentirsi di nuovo libera è veramente una necessità impellente tanto che per mettersi alla prova decide di fare un’escursione privata in motoscafo per visitare le varie isole.

L’insicurezza e la paura sono le mie peggiori nemiche, perché m’impediscono di vivere appieno la vita come vorrei. Mi sento come se avessi mani e piedi legati da corde indistruttibili. […] Ma soltanto io posso spezzare quelle catene. […] Soltanto io posso far riemergere dagli oscuri abissi l’Ophelia di una volta.”

Proprio durante quest’escursione, qualcosa però non va per il verso giusto e Ophelia si risveglia su un’isola sperduta: unica sopravvissuta al naufragio, come sopravvivrà nell’attesa che qualcuno venga a cercarla (ammesso che questo accada)?

Ophelia non ha scelta: restare immobile lasciandosi morire oppure agire e tentare la salvezza facendo del suo meglio. È proprio durante questo tentativo che si accorge di non essere sola ma ci sono gli occhi di una creatura (chissà se bestiale o umana) che la scrutano.

Ophelia è spaventata ma allo stesso tempo incuriosita da questa presenza e non avendo nulla da perdere conosce Kamlesh, che si rivela un uomo e abitante dell’isola sin dalla tenera età.

Ophelia e Kamlesh inizialmente non riescono a comunicare verbalmente in quanto parlano lingue diverse ma sembrano comprendersi tramite sguardi e gesti tanto che col passare del tempo, la loro convivenza sull’isola si trasforma in amicizia e poi in un sentimento complice che li avvicina l’uno all’altro.

“Kamlesh è l’antitesi della civiltà, eppure è la persona più umana che io abbia conosciuto.”

Riusciranno due mondi così diversi come Ophelia e Kamlesh, vissuti nella solitudine comune, a trovare una via d’uscita?

Potrà Kamlesh, nel suo essere così primitivo curare le ferite inferte ad Ophelia, da un uomo civilizzato?

Chi mi conosce sa quanto io adori i retelling e averne scoperto uno dedicato proprio a Tarzan mi ha reso impaziente di leggerlo tanto che l’ho divorato. Quello che mi ha permesso di leggerlo senza mai stancarmi è stato sicuramente lo stile semplice, pulito e scorrevole. Inoltre, mi è piaciuta tantissimo l’idea di partenza utilizzata dalla scrittrice: costruire un retelling ispirato a Tarzan ma partendo da una figura femminile che vuole salvare sé stessa dal male causato da un uomo violento. Ho sempre sostenuto, che le letture romance, non sono semplici storie d’amore ma portano con sé e coi loro protagonisti, temi e messaggi che, se colti, si prestano a riflessioni importanti.

Ad esempio:

  • Ophelia scappa da suo marito. Perché scappa? Perché, essendo suo marito un uomo influente, nessuno le credeva quando lei denunciava i suoi abusi. Quindi, Ophelia dà voce a tutte quelle donne, che pur gridando ‘AIUTO’, non vengono ascoltate e questo perché ci si lascia ingannare dall’apparenza di uno status sociale o di una parvenza perbenista.
  • Kamlesh (il Tarzan moderno) ovviante non è civilizzato e i suoi modi a volte sono rozzi. Non è il tipico uomo da rose e fiori. Eppure, nonostante la differenza sociale, comprende le esigenze emotive di Ophelia e fa del suo meglio per dimostrarle in modo pratico il suo amore (pesca per lei, le cede il suo cibo, si arrabbia quando capisce che lei gli nasconde una certa nostalgia per la sua civiltà etc.). Mentre leggevo la storia di Kamlesh ed Ophelia, mi è tornato alla mente il mio atteggiamento di alcuni anni fa verso l’amore: ero (erroneamente) convinta che fosse quasi indispensabile che certi gesti fossero palesi (come ricordarsi delle ricorrenze, regalare fiori) ma non consideravo la bellezza di un gesto fatto non perché ‘imposto’ ma perché sentito. Ho imparato che a rendere forte e sincero un amore, non è un qualcosa che viene ‘estorto’ o che noi pensiamo sia dovuto ma la spontaneità del gesto, quel bacio dato al volo la mattina prima di uscire, quel ti amo dimostrato coi gesti, quello sguardo complice con cui ci si capisce al volo …

L’amore è un sentimento che può fare delle differenze altrui un punto di forza, è complicità e unione d’intenti di due teste messe insieme, è “lo stesso spirito in due corpi diversi. Anima. Cuore. Sangue. Vita.”

Avete mai sentito il detto: “gli opposti si attraggono?” Io si e faccio parte di tutto coloro che lo ritengono vero perché lo sto vivendo nella mia vita.

“[…] È il nostro momento. Io e Kamlesh siamo il sole e la luna.”

 

Titolo: SAVAGE - 288 pagine 

Autore: Debora C. Tapes

Editore: Independently Published

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