INTO THE SUN (Annabelle Lee)

 

INTO THE SUN

(Annabelle Lee)

  



Durante un fine settimana dedito al relax regalatole dal proprio datore di lavoro, Jade per errore s’imbatte in un uomo affascinante quanto misterioso chiamato Sebastian, nonché proprietario del resort in cui lei alloggia.

Da quell’ incontro inizia una frequentazione tra i due e per quanto Jade non voglia un impegno sentimentale e tenti di opporsi a questa relazione, il cuore ha la meglio perché l’infatuazione sembra lasciare il posto a un sentimento diverso, profondo, sincero.  

Sopravvivrà questo sentimento, a un segreto che va oltre ogni aspettativa?

Chi è veramente Sebastian?


Premessa: ho scelto questo libro per una traccia richiesta in una challenge di lettura riguardante un elemento specifico della danza ma non posso omettere che la copertina mi ha tratta in inganno. 

Ora, è vero che la protagonista ballava ma la danza a me non sembra abbia un ruolo rilevante se non che, pur non potendo più danzare, la musica e il ritmo scandiscono quotidianamente la vita di Jade.

“Adoro trovare una colonna sonora a ogni situazione”.

Confesso che, ‘giudicare’ questa lettura si sta rivelando veramente arduo e complicato: la narrazione è scorrevole e la lettura piacevole. Tuttavia, ho avuto la sensazione che nell’intreccio mancassero dei pezzi, come un puzzle incompleto. Ho anche pensato che essendo il primo volume di una duologia, è probabile che nel secondo, si trovino chiarimenti e risposte qui mancanti. Nel dubbio e per quanto abbia apprezzato la scrittura fluida e pulita, non ho comunque risolto alcuni quesiti che continuano a ronzarmi nella testa e non solo: sto persino tentennando sul quando leggere il secondo libro e questo, per me che sono una lettrice onnivora e impaziente, mi rende inquieta e mortificata.  

Però, nonostante questa parte oscura, che se vogliamo trova anche un riferimento e un controsenso nel titolo ‘INTO THE SUN’ che significa propriamente ‘Nel Sole’ (magari è proprio l’intento dell’autrice? Vuole creare questa suspance nell’attesa che il pubblico legga INTO THE DARK?), sono riuscita ad avvicinarmi non solo con gli occhi ma anche col cuore a Jade.

Di lei ho appreso veramente poco (qualche informazione in più mi avrebbe aiutato a empatizzare meglio con lei) ma il suo approccio alla vita (forse maturato a causa del suo passato) è quello che mi sto prefiggendo anche io da alcuni mesi a questa parte ovvero “[…] vivere con leggerezza è quello che decido di fare ogni giorno […]”.

Di Jade ho anche ammirato la sua autosufficienza tanto che si paragona a un personaggio televisivo di cui, da piccola, guardavo la serie tv e la sua abilità nel trovare soluzioni pratiche e immediate  mi lasciava di stucco.

“[…] ogni volta che hai bisogno d’aiuto, te la devi sbrigare da sola come MacGyver, altro che Principe Azzurro!”.

Io sono una persona che nel bisogno, tende a chiedere aiuto: non che ci sia nulla di male, anzi, per me non è una debolezza riconoscere di avere bisogno degli altri ma mi sto rendendo conto che essere autosufficienti, va oltre il concetto il materiale ma abbraccia la nostra indipendenza mentale, emotiva, sentimentale che non deve essere controllata da nessuno se non dal diretto interessato. Insomma, si deve bastare a sé stessi!

D’altro canto, però, non siamo fatti neanche per stare soli:

“La solitudine primordiale che soffoco da sempre nel profondo dell’anima invade i miei sensi, insieme a un assurdo bisogno di essere abbracciata e protetta, di sentirmi dire che andrà tutto bene.”

  • In Jade ho avuto l’impressione di trovare quell’equilibrio che l’Essere Umano spesso cerca sia in Sé Stesso che nei rapporti altrui.
  • È Sebastian che invece, secondo me, incarna i controsensi e le insicurezze della vita: la sua ‘perfezione’ sentimentale non è stata altro che egoismo e impulsività. È la prima volta che in un ‘romance’ di questo tipo non sono dalla parte del protagonista … Mi sorprenderà nel seguito? Io non sono ‘categorica’ come lui e non ho certo mantenuto ‘il basso profilo’ che lui ribadisce a Jade di mantenere. Non l’ho fatto, perché, è vero che si vive meglio con leggerezza e autosufficienza ma è pur vero che se come dice lui stesso, ‘siamo noi i nostri limiti […]’, perché dovrei limitare il mio punto di vista?

Spero che l’autrice non me ne voglia ma al contrario, possa capire la mia franchezza. Al momento opportuno (spero presto) leggerò anche il seguito perché voglio dare a Me Stessa, Jade e Sebastian un’altra possibilità e addolcire l’amaro che la ‘conclusione’ (a mio avviso efficace e riuscita) mi ha lasciato! Chissà se e quali sorprese e novità Mi riserverà INTO THE DARK!

“[…] il vero coraggio è quello che, pur sapendo di essere spacciato ancor prima di iniziare, tu inizi lo stesso e vai avanti nonostante ciò. Ma nessuno diceva niente della paura che si prova nel farlo.”

 

Titolo:  INTO THE SUN -  424 pagine 

Autrice: Annabelle Lee

Editore: Entheos Edizioni

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