IL MARCIUME. RAVEN RING
Volume II
(Siri Pettersen)
Dopo
aver lasciato Ymslanda, che a lungo aveva considerato casa sua ma che le si era
rivelata ostile, Hirka per il bene comune decide di abbandonare Rime e quel
luogo, passando per i Cerchi dei Corvi e ritrovandosi in un mondo ‘marcio’ in
cui il problema non è solo non comprendere una lingua (la quale si può anche
imparare) ma l’atteggiamento diffidente, aggressivo e violento di chi vi abita
ovvero i Reietti.
Quello
che vede, che la circonda e a cui è costretta ad adattarsi è completamente
diverso da quello a cui era abituata e ricominciare un’altra vita soprattutto
per una giovane ragazza che ha alle sue spalle una storia inverosimile, di cui
non si trovano informazioni da nessuna parte, è veramente arduo.
Ma
Hirka, che sa cosa implichi la sopravvivenza, anche di fronte il rischio e la
morte non cede ma procede: suo padre, Graal, la sta ‘reclamando’ e quel Corvo che
l’aveva ‘protetta’ e seguita dall’Ymslanda a qui, si rivela per quello che
pensavano fosse solo una bugia ovvero il Veggente.
A
Ymslanda, Rime, che è il Capo del Consiglio, sovverte ogni regola e va alla
ricerca di segreti nascosti, pericolosi ma necessari per scoprire la verità,
proteggere il suo mondo e ridestare la speranza di trovare Hirka.
Di
nuovo le strade di Hirka e Rime si intrecceranno ma in modi inaspettati e
occulti, in cui verità e menzogna, che viaggiano su un filo così sottile quasi
da confondersi, richiederanno lungimiranza e pazienza e questo sarà l’inizio di
un’altra separazione ma questa volta non come alleati ma come nemici.
Mi
rendo conto che ho veramente semplificato la trama alquanto intrigata e ancora
più dettagliata del proseguo di quest’avventura iniziata con la lettura de LAFIGLIA DI ODINO. La mia scelta a tal proposito è consapevole perché non basta
riassumere i fatti per apprezzarne il contenuto, piuttosto, nel mio caso, è
stata necessaria un’elaborazione personale.
Quando
ho iniziato la lettura del secondo volume, come per il primo, non sapevo cosa
aspettarmi, considerando anche il fatto che sono fuori la mia zona di confort.
Eppure, pur andando a rilento, ho potuto apprezzarne l’evoluzione sempre più
fitta e ingarbugliata (a volte io stessa avevo dubbi su chi fosse chi, su chi
fosse sincero e chi no).
Ho
come l’impressione che questa trilogia, a partire dal primo volume sino il
terzo (che non vedo l’ora di leggere), sia strutturata come un tema con
un’introduzione, uno sviluppo e una conclusione: inizia la saga presentandoci
personaggi, luoghi e fatti e poi, inizia a sciogliere dei nodi che, come è
stato nel mio caso, mi hanno fatto rivalutare alcuni personaggi.
Ad
esempio, tra questi:
- Damayanti, nota ballerina e seduttrice, che per me aveva un’aria meschina, in questo volume, si dimostra collaborativa e ci mostra il potenziale di quel lato considerato oscuro a cui era legata, il perché e cosa significasse. Inoltre, si dimostra arrendevole (questo anche per le circostanze) e paziente (attenderà il ritorno di Hirka).
“Damayanti
ti verrà incontro” disse Graal
- Rime invece, davanti i miei occhi, non è più l’eroe che pensavo fosse, ma nelle sue azioni, giustificate da un senso di giustizia e protezione, ho percepito motivi sbagliati e impulsivi. Non si è fermato a chiedersi: Cosa ne penserà Hirka? Ha agito d’impulso pensando che, era meglio la delusione di Hirka che un’altra alternativa.
“Rime
chiuse gli occhi. Aveva deciso: era un Kolkagga. […] Hirka impallidì. Lacrime
di dolore […] corse su per le scale. Lui non la seguì. […]”
Di
fronte queste evoluzioni o involuzioni non posso far altro che apprezzare come
la struttura complessiva di questa saga fantasy, ponga quasi in opposizione chi
ha l’elemento magico ovvero il DONO con chi invece non lo ha: Rime ed Hirka.
- Rime con il Dono, ha un vantaggio che però a volte lo porta ad essere oltre sé stesso, a sprigionare più di quello che è necessario (soprattutto in presenza di certe emozioni)
- Hirka invece, per vivere deve sopravvivere utilizzando la conoscenza, la sua finta ingenuità e le sue capacità motorie e mentali. Scegliere di diventare nemica di Rime, infatti, è per lui. Sembra un paradosso, ma forse potrà salvarlo da una decisione da lui presa che potrebbe costargli caro, proprio come Urd.
Lo
ammetto: anche io, come Rime, sono impulsiva e non sono estremamente paziente,
piuttosto tendo a cercare e ricercare tutto e subito … Questo però non sempre
mi aiuta perché rischio di essere avventata e insoddisfatta della valutazione
fatta o della decisione presa. A tal proposito, nella mia mente ho impresse le
parole che Svarteld dice a Rime: NON INIZIARE CIO’ CHE NON SEI IN GRADO DI
PORTARE A TERMINE!
Ora
che nella mia vita mi trovo a prendere decisioni importanti, sto seriamente
considerando la necessità di prendermi tutto il tempo necessario per pensare e
meditare se e come agire. A volte la tentazione dell’irrefrenabilità è forte,
ma impongo a me stessa, di fermarmi, respirare e mettere per iscritto tutte le
possibilità e poi analizzarle come un problem solving. So che l’aiuto degli
altri è importante ma lo è anche la mia indipendenza e autonomia di fronte a
circostanze che richiederanno la mia presenza, le mie capacità e la mia
volontà. Sarà una mia responsabilità finire quello che ho deciso di iniziare!
Ecco perché come Hirka c’è ‘bisogno di tempo per pensare’ a tutte le varianti
possibili!
Autrice: Siri Pettersen
Editore: Multiplayer Edizioni
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