SCOLPITELO NEL VOSTRO CUORE - Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria (Liliana Segre)

 SCOLPITELO NEL VOSTRO CUORE 

Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria

(Liliana Segre) 



PER NON DIMENTICARE 

Anche quest'anno ho  deciso di 'ascoltare' la voce di Liliana Segre, la quale, tramite il RICORDO della sua esperienza quale Sopravvissuta, si fa Portavoce e Testimone di un momento storico 'imperdonabile' e  tra i peggiori della Storia (dell'umanità).

Il nome di Liliana Segre, ci fa subito pensare a lei come una Senatrice a Vita impegnata nel tutelare i diritti di chi viene discriminato. 

"Credo che il Presidente [...] abbia voluto fare memoria, attraverso la mia persona, dei tanti esseri umani che non ci sono più per la colpa di essere nati. E, con essi, ha voluto rammentare alle coscienze, a mo’ di ammonimento [...] sento fortissimo l’impegno a tentare di portare [...] quelle voci lontane, e che si allontanano sempre di più dalle nostre vite, fino a rischiare di essere perdute nell’oblio."

Prima di tutto questo però, c'è una PERSONA che è stata 'costretta' a subire le atrocità perpetrate dalla mancata affezione, crudeltà e diabolicità umana.

Liliana, è una bambina che ama la vita e la libertà: 
la sua infanzia inizia in un ambiente familiare amorevole e caloroso.

Eppure, la felicità, l'innocenza e l'ingenuità di queste giovani generazioni, non riuscirono a sensibilizzare la coscienza umana - 'la coscienza dell'importanza che hanno e nostre azioni' - e impedire l'assurda 'violenza' delle Leggi Razziali  e la conseguente deportazione a cui anche una Liliana nel fior fiore della giovinezza fu sottoposta 'solo per la colpa di essere nata': vedere la vita della propria famiglia finire all'improvviso, costringersi a non sentire e vedere quello che ti accade nel campo pur di sopravvivere, fare il possibile per rimanere in piedi e non cadere.

"Se qualcuno cadeva per la stanchezza, i nazisti non ti davano certo il tempo di riprenderti, ti sparavano in testa sul posto [...] Io lo sapevo e cercavo di non cadere mai."

Anche se non è il primo libro che leggo di Liliana Segre, avevo l'impressione di trovarmi sedute vicino a Lei, come se stessi parlando con Mia Nonna (la quale anche ha vissuto le atrocità della guerra) e insieme, ci immergevamo nella Su Memoria che poi è anche il Ricordo e il grido silenti di coloro che, purtroppo, non sono sopravvissuti per raccontarlo.

[...] io sono una nonna. [...] quando nacque il mio primo nipote, [...] si mosse dentro di me qualche cosa di così potente, di così istintivo, di così umano, così decisivo [...] Era qualcosa di così grande che dal silenzio della mia casa, dal silenzio di quarantacinque anni di silenzio su questo argomento, ho sentito, in quel momento, che ero in grado di diventare una testimone. Per parlare ai [...] miei nipoti ideali, oggi.[...] voglio raccontare anche perché lo devo a tutti quelli che non sono diventati grandi, che non sono diventati adulti, che non sono diventati vecchi e che non sono diventate quelle persone che sarebbero state, se non fossero state sterminate per la colpa di essere nate."

Ogni parola è stata come lo scalpello nelle mani di uno scultore che(s)colpisce il marmo lasciando il suo segno fin quando la bozza non diventa una scultura 'definita'.  

Infatti, Liliana Segre, non lascia incompiuto il proprio dolore e non si nasconde dalla vergogna provata sia esteriormente, di fronte i propri aguzzini,  che interiormente, quando per sopravvivere, era necessario voltarsi altrove ma sente tutta la responsabilità di portare avanti il suo incarico come Sopravvissuta, come Mamma e come Nonna, esponendo tutta se stessa (dolore e paura) al fine di 'scolpire nel nostro cuore il RICORDO' e renderci persone consapevoli di quello che è stato perché (si spera) non ricapiti (MAI) più! 

"[...] non mi sono girata verso di lei per dirle [...] «Ti voglio bene, non hai fatto niente di male». [...] Janine non è diventata vecchia, non è diventata moglie, non è diventata mamma, non è diventata nonna. [...] Sento una spinta così forte a parlare di lei [...] e del rapporto che si poteva creare tra due prigioniere, una un po’ più grande e una così sciocca, come quella Liliana d’allora, che non ha avuto la forza di voltarsi e che di questo non si è mai perdonata [...]"

... Non è stato giusto che  un padre 'abbia dovuto chiedere scusa a sua figlia per averla messa al mondo', non è stato giusto essere subito  gasati e bruciati perché considerati (piccoli, infermi, anziani) inutili ...

NON E' GIUSTO ESSERE INDIFFERENTI - "alla solitudine del perdente, del malato, del povero, dell'emarginato" -  AL RICORDO DELLA MEMORIA:

"L'indifferenza, si. A volte, quasi sempre, è più grave della violenza. Perché dalla violenza uno sa che si deve difendere e si prepara[...]. Invece l’indifferenza di chi volta la faccia dall’altra parte,[...] è pesantissima, gravissima. Fa male. L’indifferenza è complice. [...]"

Da lettrice, desidero consigliarVi questa lettura sia perchè è dedicata alla Memoria ma anche perchè ritengo possa infondere la forza necessaria per affrontare quelli che oggi potrebbero essere 'i nostri carnefici' (bulli, familiari violenti, cattive compagnie).  

"Non finirò mai di ringraziare Liliana per la scelta di non uccidere il suo carnefice. Di non vendicarsi. Perché mi ha insegnato che il valore di una persona passa per la capacità di assumersi la responsabilità, prima ancora che per la libertà.[...]"

Come possiamo fare?
 Non nascondiamoci ma tuteliamoci!

"Sconfessiamo la menzogna."

Per il Giorno della Memoria: Venerdì 27 Gennaio 2022 


Titolo: SCOLPITELO NEL VOSTRO CUORE  - Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria  - 112 pagine 

Autore: Liliana Segre

Editore: Piemme 


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