GRANDI SPERANZE (Charles Dickens)

 

GRANDI SPERANZE

(Charles Dickens)



Ci sono romanzi che 'spaventano' sia per la mole di pagine ma anche per l'ignoto a cui si va incontro trattandosi di classici IMPORTANTI, vere e proprie colonne portanti della letteratura.

 Eppure, nonostante la paura (del tutto infondata) di una lettura articolata e pesante, non ho potuto fare a meno che lasciarmi trasportare dalla storia di Pip e dalla sua crescita fisico emotiva, attraversando con lui quelle fasi della vita che a volte sono improvvise, tristi e sconvolgenti ma che si rivelano fondamentali nella maturazione dell'individuo stesso.

 È ironico quanto la vita segua un suo modus operandi tanto da:

  •  porre sul nostro cammino persone strane (nel caso di Pip la Signorina Havisham)
  •  sottoporci o costringerci al pregiudizio (si pensi a Provis)
  •  rimescolare tutte le certezze 'acquisite' a un punto tale da accorgersi che tutto quello in cui avevamo sperato in realtà non era vero e sentirsi così delusi e smarriti. 

 Questo è il secondo romanzo che leggo di Charles Dickens (il primo è stato Canto di Natale): sono consapevole di non essere esperta e non possedere la ‘dimestichezza’ necessaria per capire appieno un autore della sua portata. Ma da semplice lettrice, quello che a primo impatto ho percepito è stata una forte sensibilità verso la formazione educativa e mentale dei più giovani soprattutto da un punto di vista psico emotivo. 

C. Dickens, pone l’attenzione sugli aspetti positivi quanto negativi dell'avere, ambire e coltivare proprie aspirazioni personali senza nasconderne i pro o i contro. Non si vergogna di dare voce e forma ha un protagonista che umanamente parlando, ha la necessità di ambire a qualcosa di più e per questo si smarrisce, non si riconosce fin quando la sua fragilità non emerge.

  • Infatti, le scelte di Pip non sempre sembrano produrre effetti o risultati ottimali ma l'esperienza insegna ed è da questa riflessione che a lungo andare matura e diventa un uomo migliore. 

 La schietta sincerità su cosa significhi o comporti sentire e capire l’emozione e il sentimento sia proprio che altrui, è una costante in tutto il romanzo: non c’è apatia (Estella), pazzia (la Signorina Havisham), rimorso (Provis) che siano sminuiti ma tutto è lecitamente scritto.

 Per C. Dickens non esiste vergogna se non quella dell’ipocrisia sociale: un precursore dei nostri tempi ‘moderni’ dove tutti chissà a cosa ambiamo ma poi siamo interiormente poveri perché frivoli, scontati, mascherati di un’apparenza che, priva di giusti valori, ci illude lasciandoci incapaci di pensare e agire in modo razionale e cosciente.

Leggere Grandi Speranze, è stata un’opportunità per scoprire un Classico ma anche per riflettere su Chi e cosa conta veramente nella mia vita:

  • Essere come vogliono gli altri oppure Essere Me Stessa?
  • Compiacere gli altri o valorizzare quei valori che per me sono importanti come la famiglia, gli amici e i veri sentimenti?
  •  In chi e cosa riporrò le mie speranze? 


Titolo:  GRANDI SPERANZE - 697 pagine 

Autore: Charles Dickens

Editore: Oscar Mondadori


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